Andrea Fioravanti, dal futurismo al pop e oltre

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Galeotta fu la Casa Futurista di Depero per Andrea Fioravanti: da lì quelle suggestioni futuriste che, in simbiosi con schematismi pop, avrebbero intessuto la sua arte visiva. Inizia con dei Depero re-visitati, poi la sua ricerca assume una connotazione vieppiù personale, ma sempre caratterizzata da armonie con la tradizione visuale futurista declinata in senso astratto/geometrico con squillanti e vorticanti campiture di colore. Ma oltre al futurismo c’è di più: non tutto è geometria, non tutto è astrazione, si arpono spiragli figurativi come nel caso dell’opera intitolata Iris sur noir, un vero e proprio florilegio cromatico dai vaghi accenti psichedelici/pop su un fondale azzerato, appunto, di nero: ecco dunque che a Balla, Boccioni, Depero, nella “famiglia” visionaria di Fioravanti si aggiungono per reminiscenza i top of the pops, Roy Lichtenstein, Frank Stella e qualche reminiscenza déco/impressionista (esempio: Iris sur rouge, Iris sur blanc). Il cromatismo da qui si accentua e le concessioni al figurativo si assottigliano mentre al contempo si “inspessiscono” i supporti, non più solo tela ma legno, compensato, faesite e altri materiali, gomma, feltro, glitter. Da qui il pop / futurismo di Fioravanti vira sfiorando l’optical art, il cromatismo è squillante e vivace, le forme nette e dinamiche.

Storia di un artista- Andrea Fioravanti

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