Approvazione definitiva per il Decreto Cultura da parte del Senato, con 80 voti favorevoli, 61 contrari e un astenuto. Questo decreto, che include il “Piano Olivetti”, era già stato approvato dalla Camera dei Deputati, ed è ora legge. Il Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, ha sottolineato l’importanza di questo provvedimento per il supporto all’editoria e per l’implementazione di strategie culturali a lungo termine, sia per la rigenerazione di aree interne e periferiche in Italia che per la promozione della diplomazia culturale nel Mediterraneo.
Giuli si è poi detto «molto contento» dell’iniziativa per favorire l’ampliamento dell’offerta culturale nelle pagine dei giornali, «perché quello è un segnale di grande fiducia nei confronti della carta stampata oltre che della comunicazione giornalistica in generale». «Con questo testo abbiamo messo a terra il programma elettorale di Fratelli d’Italia di sostegno all’editoria, allo spettacolo dal vivo, ai borghi, all’audiovisivo e all’identità locale e nazionale», ha commentato il presidente della Commissione Cultura della Camera e Responsabile nazionale cultura e innovazione di FdI, Federico Mollicone. «Grazie al lavoro del ministro Giuli e all’ottima collaborazione con le commissioni del Parlamento – ha aggiunto Mollicone – abbiamo compiuto un nuovo importante passo nell’attuazione della visione di sintesi culturale».
Nell’art. 1 del decreto viene introdotto il “Piano Olivetti per la cultura”, ispirato alla figura di Adriano Olivetti. Fra i suoi obbiettivi lo sviluppo della cultura, la rigenerazione culturale delle periferie delle aree interne e delle aree svantaggiate, nonché a valorizzare le biblioteche, la filiera dell’editoria libraria, gli archivi e gli istituti storici e culturali. Tra le finalità del piano, anche riferimenti alla cultura del movimento, alla promozione dello spettacolo, del cinema e dell’audiovisivo, alla promozione della digitalizzazione del patrimonio librario e dell’alfabetizzazione digitale, della produzione culturale e artistica giovanile, alla diffusione delle biblioteche scolastiche e delle librerie per bambini, oltreché alla necessità di coinvolgere il terzo settore.
Particolare attenzione viene data al sostegno dell’editoria e delle librerie, tra le quali un fondo di 4 milioni di euro per finanziare l’apertura di nuove librerie da parte di giovani fino a 35 anni di età, con priorità alle aperture in aree interne e svantaggiate o in aree prive di librerie o di biblioteche, in particolare favorendo l’apertura di punti vendita nei comuni privi di librerie.
L’editoria godrà anche di un fondo di 24,8 milioni di euro quest’anno e di 5,2 milioni per il 2026 da impiegare per l’acquisto di libri, anche in formato digitale, da parte delle biblioteche statali, degli enti territoriali e degli enti culturali che ricevono contributi pubblici, al fine di sostenere la filiera dell’editoria libraria, anche digitale, nonché le librerie di lunga tradizione e interesse storico-artistico, le librerie di prossimità e quelle di qualità. Inoltre, in via sperimentale, viene previsto un fondo di 10 milioni di euro da ripartire per l’anno 2025, finalizzato ad ampliare l’offerta culturale dei quotidiani in formato cartaceo attraverso il potenziamento delle pagine dedicate alla Cultura, allo spettacolo e al settore audiovisivo.
Semplificazione burocratica anche nel settore culturale attraverso l’articolo 7 che dispone misure urgenti per la semplificazione degli interventi sul patrimonio culturale, per il cinema e per il settore audiovisivo: si prevede l’iscrizione di diritto nell’elenco delle stazioni appaltanti qualificate previsto dal nuovo Codice dei contratti pubblici anche delle Soprintendenze Archeologia, belle arti e paesaggio con competenza sul territorio del capoluogo di regione; viene sostituito ogni atto di autorizzazione, licenza, concessione non costitutiva, permesso o nulla osta richiesto per l’organizzazione di spettacoli dal vivo che presentino determinate caratteristiche, con una Scia, la segnalazione certificata di inizio attività, ad esclusione dei casi in cui sussistono vincoli ambientali, paesaggistici o culturali nel luogo in cui si svolge lo spettacolo.
Il decreto prevede inoltre fondi per i cosiddetti “Istituti della rete”: l’articolo 5 destina alla Giunta storica nazionale, all’Istituto italiano per la storica antica, all’Istituto storico italiano per l’età moderna e contemporanea, all’Istituto italiano di numismatica e alla Domus mazziniana un contributo complessivo pari a 2 milioni di euro, a decorrere dal 2025.
Infine, il decreto prevede una missione di cooperazione culturale con l’Africa e il Mediterraneo allargato, introduce un nuovo criterio di classificazione delle opere cinematografiche denominato «opere non adatte ai minori di anni 10» e detta nuove regole per la “Carta cultura giovani” e la “Carta del merito” relativamente alla trasmissione delle fatture per i rimborsi e per il pagamento dei crediti maturati.
Decreto cultura : Oggi, i giovani laureati in storia dell’ arte o architettura, per vivere, per la gran parte, servono ai tavoli in pizzeria. Con il progetto Basilica di San Marco nel mondo, proponiamo la diffusione del patrimonio culturale in forma industriale, in esclusiva ai visitatori dei siti in oggetto, attraverso la cessione ad un valore economico modesto di una APP per smartphone, contenente le immagini in bassa risoluzione delle opere esposte e archiviate del sito, copie digitali, riprodotte con tecnica definita “Iper realistica”data dalla percezione materica comunicata all’ osservatore. Nel recente Decreto cultura, il futuro di questi “Giovani svantaggiati” non viene preso in considerazione.