Verrà presentata in Senato il 9 Febbraio, su iniziativa dell’onorevole Maurizio Gasparri, la futura linea editoriale del più longevo annuario d’arte italiana: l’Atlante dell’Arte Contemporanea (1940-2023) che nell’edizione 2023, in fase di preparazione, avrà il gemellaggio culturale con uno dei musei più importanti al mondo: il Metropolitan Museum of Art di New York. Abbiamo intervistato il nuovo consulente editoriale Prof. Giovanni Faccenda per avere maggior dettagli su tale riconoscimento internazionale.
Per dieci anni lei è stato consulente editoriale del Catalogo dell’Arte Moderna, Cairo Editore. Quest’anno rivestirà il medesimo ruolo per l'”Atlante dell’arte contemporanea”. Quali sono le ragioni di questa scelta?
Il desiderio di cimentarmi in una nuova sfida professionale, innanzitutto; poi di collaborare con due figure eminenti della cultura italiana che ho sempre stimato molto, quali Daniele Radini Tedeschi e Stefania Pieralice, ma questa stima è estesa ovviamente anche a tutta la redazione, ai critici segnalatori, agli artisti e a chiunque faccia parte dell'”Atlante dell’arte contemporanea”.
Lei è il maggior specialista in Italia del Maestro Ottone Rosai. Come intende conservare e valorizzare la memoria storica e artistica del Novecento in un atlante dell’arte contemporanea?
Da storico dell’arte ritengo che ogni affermazione debba essere supportata da documentazione oggettiva che ne attesti inequivocabilmente la sua veridicità. Dunque un traguardo che mi propongo è quello di far sì che, sotto il profilo storico-critico, l'”Atlante dell’arte contemporanea” abbia peculiarità e riferimenti scientificamente solidissimi.
In qualità di consulente editoriale dell'”Atlante dell’arte contemporanea” 2023-2024, quali sono gli aspetti che vorrà inserire e approfondire da un punto di vista contenutistico?
Il primo – quello principale – è un focus riguardante il collezionismo privato italiano, che, in alcuni casi, ci offre la possibilità di venire a contatto con opere dei maggiori artisti italiani del Novecento e non solo addirittura più importanti rispetto a quelle conservate in taluni musei pubblici.
Quest’anno l'”Atlante dell’arte contemporanea” sarà un’edizione speciale Group Start Corporate Patron of The Metropolitan Museum of Art, con presentazione al Metropolitan di New York nel 2024. È la prima volta che un annuario d’arte italiano riesce a segnare un traguardo di tale gittata. Secondo lei cosa ne deriverà da questa connubio?
Sicuramente garantirà al volume un prestigio ulteriore e una sua consacrazione – e dell’arte contemporanea italiana in genere – a livello internazionale, sigillo che qualsiasi altra pubblicazione vorrebbe avere e che invece avrà soltanto l’“Atlante dell’Arte contemporanea”.