Complice l’orario e la nottata estiva fra venerdì e sabato, i media italiani sono arrivati tutti relativamente tardi sulla notizia dell’attentato a Trump, avvenuto alle 0:15, ora italiana.
Rai News 24 ha invece attivato la diretta immediatamente dopo l’attentato a Trump seguendo in tempo reale i soccorsi all’ex presidente degli USA, più precisamente alle 00.14. Quattro minuti più tardi, la testata all news del servizio pubblico ha realizzato il primo collegamento in diretta con la corrispondente degli Stati Uniti, Laura Pepe. Da quel momento è cominciata la diretta per la Breaking news dell’attentato La all-news Rai è rimasta in diretta fino a questa mattina alle 8 continuativamente, con ospiti e collegamenti e la corrispondente. Tra gli ospiti, Gramaglia, Spannaus, Di Bella, Riotta. Collegamenti con corrispondenti dalla Russia, da Parigi, da Pechino e da Bruxelles durante la notte e la mattinata. L’inviato di Rai News 24 Alessandro Marchetti sta coprendo la notizia direttamente in loco.
L’attentato
Poco dopo le 18:15 – ora locale, mezzanotte e un quarto in Italia – a Butler, in Pennsylvania, il comizio di Donald Trump è stato interrotto dall’esplosione di cinque fucilate all’indirizzo del candidato repubblicano. Provenienti da un edificio a circa 150 metri dal palco, hanno ferito di striscio all’orecchio Trump, uccidendo uno spettatore e ferendone gravemente altri due.
Trump si è inizialmente riparato dietro il podio ed è stato immediatamente circondato dalle guardie del corpo, ma si è rialzato, col volto insanguinato, e ha mostrato il pugno ai suoi supporter, in segno di coraggio e sfida, gridando “fight!“, “lottate!”.
Il presunto attentatore è stato identificato in un certo Thomas Matthew Crooks, un ventenne di Bethel Park, freddato dai cecchini della sicurezza subito dopo essere stato inquadrato. E’ significativo che un testimone, intervistato dai media americani, riferisce d’aver cercato d’avvisare la polizia della presenza di un uomo armato sul tetto dell’edificio da cui sarebbero partiti i colpi, senza che gli agenti abbiano preso alcuna iniziativa.
Molti media si sono affrettati a riferire che un “Thomas Crooks” sarebbe iscritto alle liste elettorali della Pennsylvania come “repubblicano”. Tuttavia di Crooks circola un video girato dallo stesso uomo in cui dichiara di odiare i repubblicani e Trump.
I precedenti
L’attentato a Trump segue quello a un altro leader nazionale e patriota, il primo ministro slovacco Robert Fico finito due mesi fa in ospedale in seguito a un tentativo d’assassinio. Anche il presidente ungherese Orban, durante la sua visita a Stoccarda, è stato oggetto di un incidente, quando un’automobile è piombata sulla sua scorta, uccidendo due poliziotti. Ufficialmente, però, la responsabilità dell’evento è stata data a una “distrazione” della conducente dell’auto, che “non avrebbe visto i cordoni di sicurezza”.
Due anni fa è stato il premier giapponese Shinzo Abe a essere ucciso in un attentato, dopo essere stato costretto, nel 2020, alle dimissioni da “motivi di salute”. Le dimissioni e poi la morte di Abe, durante la campagna elettorale del ’22, hanno spalancato al Giappone una nuova stagione di globalismo spinto che minaccia perfino di aprire l’Arcipelago a ondate di immigrazioni simili a quelle che stanno sconvolgendo l’Europa.
Le immagini di Trump insanguinato e circondato dalle guardie del corpo hanno anche ricordato a molti l’attentato subito da Silvio Berlusconi il 13 dicembre 2009, quando un balordo lo colpì al volto con un’arma impropria, un pesante souvenir di gesso, provocandogli lesioni e la rottura di un dente.
Le reazioni
Intanto, molti commentatori in America e nel resto del mondo stanno biasimando la diffusione delle armi da fuoco come “causa” dell’attentato a Trump, dimenticando che le armi da fuoco non sparano da sole, ma hanno dietro delle persone mosse da ideologie violente e intolleranti, com’è il wokeismo. Proprio in queste ore, infatti, sui social di schieramento liberal si stanno scatenando con commenti livorosi in cui si rammaricano per l’insuccesso dell’attentato.