Barbara Nahmad: il cielo sublime sopra noi

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Barbara Nahmad, “Blu”, olio su tela, cm 200 x 200, 2019

C’è sempre un cielo sotto cui stare, un cielo che fa da fondale a questo teatro che chiamiamo vita. Un cielo che muta, che non è mai lo stesso, e le nuvole in perenne metamorfosi rimandano sempre a qualcosa d’altro, oltre.

In questa vorticosa metamorfosi sta il sublime dei cieli tempestosi, cieli di Oceano, dipinti da Barbara Nahmad che raffigura con insistenza la linea dell’orizzonte dove i colori di sopra e di sotto si confondono; una linea retta che non esiste se non per via della limitatezza della nostra vista, incapace di cogliere la sfericità della terra, una linea che tecnicamente è anche un confine o una soglia e che può essere rappresentata solo per approssimazione, poiché la soglia si definisce nell’attraversamento e, nel caso dell’orizzonte, non si oltrepassa mai perché è sempre un poco più avanti di quanto siamo noi. Questa indefinitezza, propria della sfera che non ha confini, produce quel tendere senza senso all’assoluto e il conseguenziale struggimento, poiché non c’è nessuna possibilità di raggiungere l’assoluto o la bellezza assoluta o Dio, se non appunto per tramite dell’arte; per tramite di un cielo dipinto