“Ritorno alla tradizione e nuovo corso”. Si è presentata così l’edizione 2023 di Arte Fiera Bologna.
Ho avuto modo di visitarla con passo celere giovedì sera, nell’ultima ora di apertura riservata a stampa, operatori e collezionisti, mentre gli invitati man mano sfollavano all’uscita e venerdì mattina, prima dell’apertura al pubblico che si accalcava all’ingresso.
Un privilegio il mio non esclusivo, che mi ha permesso di coglierne una visione d’insieme, tra un incontro e un altro, un saluto e qualche pettegolezzo sussurrato all’orecchio, come sempre avviene in questi avvenimenti.
È un fine settimana in cui Bologna, complice un meteo particolarmente mite e soleggiato, val bene una visita, tra un appuntamento e un altro che attorno alla Fiera trova una ragione di esistere.
Non sono qui a segnalare, su gusto personale, artisti, gallerie, eventi, ma a raccomandarvi che, tra oggi e domani, vale la pena andare e lasciarsi andare. Saranno le forme e i colori a riempiere gli occhi, a stupirvi o a lasciarvi increduli per quel che nella tradizione la creatività sa comunque rinnovare e trasformare e, in qualche caso, a deludervi.
In fondo Arte Fiera è il primo termometro che a inizio anno misura la temperatura dell’arte, del mercato, delle tendenze, ma al di là degli addetti ai lavori, del fatto che si possa essere piccoli o grandi collezionisti o semplici curiosi, l’arte continua ad essere l’antenna sulle cui lunghezze d’onda vale la pena di sintonizzarsi per comprendere cosa accadrà nella società negli anni a venire.