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La scomparsa di Emanuela Orlandi è uno dei tanti misteri che costellano la storia della Repubblica Italiana, dove le verità sono inconfessabili ma esemplificano il senso del rasoio di Occam: Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem, cioè Non bisogna moltiplicare gli elementi più del necessario.
La verità è lì. Vale per le Brigate Rosse, vale per l’affaire Moro – come lo definiva Sciascia -, vale per la strage di Piazza Fontana, vale per Ustica e vale anche per il sequestro di quella cittadina vaticana che nel 1983 a soli 15 anni scomparve nel nulla e per sempre. Dal terrorismo internazionale (Alì Agca, l’attentatore di Giovanni Paolo II nel maggio ’81)
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ai festini finiti male anzi malissimo, dal crack del Banco Ambrosiano all’onnipresente Banda della Magliana, tante le piste seguite nel corso degli anni per dipanare i fili di questo tragico mistero tutto italiano (ma non dimentichiamo che la vicenda avvenne in un altro Stato, lo Stato del Vaticano appunto) che alla fine sono rimasti avvolti nei loro apparentemente incomprensibili grovigli: qual è la verità del caso Emanuela Orlandi?
Figlia di un commesso della Prefettura della casa pontificia, Emanuela Orlandi scomparve nel nulla il 22 giugno 1983 quasi in contemporanea con Mirella Gregori in circostanze pressoché identiche e anche quest’ultimo riscontro fattuale può non essere un caso.
Chiunque di noi ha presente l’immagina iconica, drammatica, di quel volto giovane e sorridente che fa da sfondo al libro inchiesta che Maria Giovanna Maglie ha dedicato al caso: Addio Emanuela. La vera storia del caso ORLANDI. Il sequestro, i depistaggi, la soluzione (Piemme, 2022, 208 pagine), un lavoro giornalistico di approfondimento che prende la forma della contro-inchiesta basato sulla ri-lettura di documenti noti ma non adeguatamente valutati.
Così Maria Giovanna Maglie: “La pista iniziale dell’allontanamento volontario fu seguita fino al 3 luglio, quando Giovanni Paolo II durante l’Angelus accreditò l’ipotesi del rapimento. Si parlò di terrorismo internazionale, la vicenda Orlandi venne accostata a quella dell’attentato a Wojtyla due anni prima, la sua liberazione venne promessa in cambio della scarcerazione di Ali Agca. Ancora non si sapeva che la Santa Sede, poche ore dopo la scomparsa di Emanuela, era già stata coinvolta dall’ Amerikano, personaggio dall’accento anglosassone, che aveva telefonato chiedendo del Segretario di Stato, il cardinale Agostino Casaroli. Ma gli intrighi non sono finiti perché, oltre che di terrorismo, si parlò di pedofilia in seguito al ritrovamento di un’audiocassetta su cui si diceva fosse incisa la voce di Emanuela”.
C’è verità in queste ipotesi? Secondo la giornalista, i cui quarant’anni di vita professionale corrispondono ai quarant’anni del mistero Orlandi, no: ma allora qual è la verità del caso Orlandi, visto che la vicenda s’intreccia con altri misteri di quegli anni come la Banca di Sindona, lo scandalo dello IOR e lo strapotere della criminalità organizzata? C’è qualcosa su cui non si è insistito abbastanza? E che dire di quei documenti pubblicati nel 2017 dal giornalista Emiliano Fittipaldi sulle presunte spese sostenute dal Vaticano per mantenere la ragazza a Londra?
La Maglie ha studiato carte, consultato archivi, ascoltato soggetti che a vario titolo entrarono in contatto con i protagonisti del caso (molti dei quali ormai deceduti), ha messo in fila i risultati e con degli elementi finora non adeguatamente valorizzati dalle precedenti inchieste è giunta a una conclusione clamorosa, proponendo al lettore una possibile soluzione del caso. Lo scenario è, manco a farlo apposta, la Guerra fredda, tra “ricatti, lotte di potere, perversioni, insabbiamenti e depistaggi”. E la verità del mistero è lì, come la lettera rubata nel racconto di Poe: “Per quasi quarant’anni la famiglia (Orlandi, n.d.r.), i magistrati, la stampa hanno cercato una soluzione al caso Orlandi andando a indagare piste più o meno verosimili, eppure la verità è spesso molto più vicina di quanto crediamo”.
In realtà Maglie non ha scoperto nulla, ha solo aggiunto dei tasselli a ciò che si sapeva. Non comprerò il suo libro.