A colloquio con Adriano Monti Buzzetti, presidente del Cepell: un impegno per far leggere sempre più libri agli italiani
di Emanuele Beluffi
Adriano Monti Buzzetti, responsabile della Redazione Cultura del TG2, scrittore, saggista, giornalista, cultore di letteratura dell’immaginario ma anche grande appassionato di editoria e libri, è da gennaio 2024 presidente del Centro per il libro e la lettura (Cepell), l’istituto autonomo del Ministero della Cultura con la missione di promuovere la lettura e la cultura del libro, in Italia e all’estero, dialogando con editori, autori, librai, scuole e associazioni culturali.
Presidente, qual è il progetto assolutamente prioritario da sviluppare al Cepell?
Se usiamo come riferimento il fine principale per cui il Cepell è stato istituito, cioè la promozione e diffusione del valore sociale della lettura, ci sono alcune priorità che oggettivamente saltano agli occhi. Tra quelle più pressanti citerei senz’altro il perdurante divario in termini di lettori tra Nord e Sud del Paese, su cui puntiamo ad intervenire facendo rete con i territori e migliorando le reciproche interazioni. Penso al nostro bando “Biblioteche e Comunità” per migliorare l’offerta libraria nel Mezzogiorno, ma soprattutto al collaudato strumento dei nostri Patti per la Lettura – una sorta di “contratto” con i Comuni italiani che si dimostrano culturalmente più virtuosi, e che dà accesso a specifici stanziamenti – che ha dato sempre ottimi risultati, ma ancora stenta a raggiungere le realtà municipali più piccole e decentrate. Per questo stiamo lavorando ad un sistema che rappresenta un’evoluzione di quello attuale, basato su protocolli regionali ad hoc che snelliscano e semplifichino le procedure. Abbiamo appena definito la prima intesa del genere con la Regione Puglia, tra le più attive del Meridione; l’abbiamo illustrato come progetto-pilota agli Stati generali dei Patti per la Lettura, a L’Aquila il 28 e 29 giugno.
Social e libri cartacei: come intende muoversi per promuovere la lettura tra le nuove generazioni?
Già da alcuni anni il Cepell insieme al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, promuove il Premio BookTuberPrize per valorizzare le migliori videorecensioni create dai cosiddetti influencer del libro. Insieme al Direttore del Centro, Luciano Lanna, vorremmo tuttavia provare a fare qualcosa in più per intensificare il rapporto, che ritengo strategico, con i giovani creatori di contenuti digitali. In un certo senso sono i critici letterari 2.0, quelli che attraverso i loro giudizi e consigli orientano le scelte dei coetanei, ma soprattutto li stimolano a frequentare le librerie. Sia io che Lanna siamo in carica solo da pochi mesi, ed è dunque prematuro parlare di iniziative circostanziate su un campo tanto specifico; personalmente mi piacerebbe poter organizzare in futuro sotto l’egida del Cepell un momento di confronto generale, una sorta di summit tra Booktoker, InstaBooker e tutti coloro che a vario titolo si occupano di libri nel vasto ecosistema digitale. A quanto ne so, la categoria – chiamiamola così – non ha ancora trovato un’occasione “ufficiale” per riunirsi; penso che potrebbe giovarne la comunicazione con questa realtà vitalissima, ma spesso diffidente o sfiduciata verso il mondo delle istituzioni che di fatto come Cepell rappresentiamo.
E per i giovani autori?
Proprio pochi giorni fa, nell’ambito del Premio Strega Giovani ho avuto il piacere di assegnare il Premio “Leggiamoci – Fiction for Future”, promosso con la Fondazione Bellonci insieme ad altri importanti partner, e dedicato quest’anno al tema suggestivo dell’amore nel futuro. Si tratta di un modo per stimolare gli adolescenti dai 13 ai 19 anni a cimentarsi, attraverso un breve racconto testuale o grafico, con una dimensione autorale che a tanti appare spesso esclusiva o respingente. Ovviamente non siamo un’agenzia letteraria… l’obiettivo resta sempre quello, attraverso l’esplorazione delle proprie capacità creative ed espressive, di incentivare una nuova o ritrovata familiarità col libro e con gli orizzonti di maturazione umana e civile che esso può dischiudere.
L’Italia Paese d’onore alla Fiera del Libro di Francoforte 2024: obiettivi del Cepell?
La Buchmesse che quest’anno accende i riflettori sull’Italia rappresenta un’occasione di visibilità incommensurabile non solo per i nostri autori e per la nostra industria del libro, ma per l’intera proposta culturale del Paese. Gli obiettivi, va da sé, non sono dunque “nostri” ma del Ministero della Cultura, che nel progetto ha profuso quasi 9 milioni di euro e che attraverso il Commissario straordinario Mazza ne detiene autorevolmente la regia. Nel nostro piccolo a Francoforte contribuiamo all’allestimento di una bella mostra su un grande italiano, Aldo Manuzio, il principe degli editori del Rinascimento. E annunceremo anche alcune interessanti novità, tra cui un’originale campagna mediatica nazionale di sensibilizzazione alla lettura che stiamo realizzando con la RAI… ma su questo al momento non posso dire di più.
Libro e lavoro: in concreto cosa fare per la piccola editoria?
Al netto dell’innegabile centralità dei grandi gruppi, noi crediamo moltissimo nei piccoli editori come volano per incrementare la diffusione della lettura. E per ovvi motivi, visto che la loro presenza da noi così numerosa – circa metà dei 5mila operatori complessivi – rappresenta un tratto qualificante del comparto nazionale, tra i più grandi d’Europa per giro d’affari oltre che prima voce nell’industria culturale italiana. È evidente tuttavia che quanto più un editore è piccolo, tanto più faticosa e stentata sia la sua presenza alle fiere nazionali e internazionali del libro, importanti per il suo fatturato ma economicamente onerose. Su questo fronte siamo scesi in campo con un fondo straordinario di 6 milioni di euro, completamente impegnato nel corso dell’ultimo anno attraverso contributi una tantum per contribuire ai costi di rappresentanza in questi grandi eventi.
Libro e scuola: quali le iniziative principali del Cepell?
Nel nostro attuale ventaglio d’iniziative se ne trovano diverse: da “Leggimi 0-6” che finanzia progetti per la prima infanzia a “Educare alla Lettura”, dedicato alle iniziative didattiche di reading literacy, fino al più noto “Libriamoci”, creato insieme al Ministero dell’Istruzione e del Merito per promuovere occasioni di lettura ad alta voce nelle scuole. Per il futuro intendiamo concentrarci in modo particolare su quella fascia d’età critica – diciamo intorno ai 12, 13 anni – in cui i nativi digitali iniziano pian piano a disertare i libri non obbligatori per gli studi, abbandonando le buone pratiche assorbite alle elementari. Collegato a questo c’è l’obiettivo di aumentare l’appeal delle biblioteche nei confronti della Generazione X, partendo da quelle scolastiche che molto spesso ormai difettano di personale e offerte librarie aggiornate. Un esperimento interessante in questo senso è stato avviato quest’anno col festival Romics per alimentare nelle Biblioteche di Roma delle specifiche sezioni dedicate a fumetti e graphic novel.
C’è qualcosa di cui si sente soddisfatto fino ad ora?
Dei risultati straordinari del Maggio dei Libri 2024, la nostra campagna di primavera per valorizzare e sostenere eventi di promozione della lettura in luoghi spesso tutt’altro che canonici: uffici postali, supermercati, case di riposo, carceri, treni, bar e chi più ne ha più ne metta. Non è un’iniziativa nuova per il Centro, anzi potremmo definirla tradizionale, ma quest’anno – grazie ad una grande squadra e ad un’ottima campagna di lancio che ha avuto anche Dacia Maraini come testimonial – ci siamo davvero superati. Oltre un milione e duecentomila partecipanti, più di 15mila attività censite: il miglior risultato mai ottenuto in tutta la storia dell’Ente, ma soprattutto un stimolo a impegnarci per fare ancora meglio.