Che tristezza il ritorno del fu popolo viola

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Wikipedia

Il Popolo Viola non c’è, ci sono quarantaquattro gatti in fila per tre col resto di due capitanati da questo Gianfranco Mascia, uno che in testa ha una sola idea, ma meravigliosa: Berlusconi. Non potendo arrivare nell’alone del suo impero, Mascia ha deciso di impostare la sua vita alla rovescia, cioè odiandolo: non se n’è mai accorto quasi nessuno, tranne i soliti Travaglio e Sabina Guzzanti che l’hanno manovrato fin che è loro convenuto. Dai girotondari al popolo arancio a quello viola, di rabbia, si capisce, fino al verde di bile dei visionari ambientalisti, è qui che il Mascia si è riciclato, dopo essere transitato per le Acli, per il PD, per questo e per quell’altro, sempre nel segno dell’antiberlusconismo selettivo. Nel senso che è “anti” finché fa comodo, Mascia duro e puro ma soprattutto ossessionato, non trova mai niente da dire sulla pletora di cantanti, guitti, imbrattacarte anche loro in odio al Cavaliere Nero, ma non tanto da fare a meno dei suoi ingaggi, delle sue produzioni, delle sue case editrici: la democrazia degli anticipi, fondata sul conflitto d’interessi, quello (anche) loro. Pochi si ricordano quel fine inverno del 2009, quando, un sabato 27 febbraio, il cosiddetto “popolo viola” della rete scende in piazza per reclamare democrazia, legalità, giustizia uguale per tutti e la risoluzione del conflitto d’interessi. In prima fila, le facce della politica e dell’intellighenzia di sinistra. Si replica sabato 13 marzo, in una liturgia alla quale aderiscono, a vario titolo e maniera la Mannoia e compagnia bella. Pochi giorni dopo vanno tutti, uno dopo l’altro, a presentare i loro lavori sulla concorrente Mediaset.

Questo è l’impegno, strenuo e indefesso, di Mascia, nel frattempo invecchiato malissimo: oggi torna, felicemente angosciato, eccitato alla prospettiva di un Berlusconi capo dello Stato: tutti a Santi Apostoli, a contarci. Un fremito di giovinezza serotina per il condottiero del popolo che non c’è, quasi subito dispersosi “in una galassia molecolare di guerre stellari”, per dirla con Lino Banfi preside: a scorrere la fatidica Wikipedia c’è da scompisciarsi, una lenzuolata di spiegone sulla differenza tra “popolo viola” e “rete viola” dopo l’antica scissione. Chissà se oggi si riuniscono. Naturalmente per dire NO a Berlusconi presidente: ah, fascismo, autoritarismo, dittatura. NO, nel sacro nome della Costituzione, tanto cara al Mascia in viola. La stessa Carta travolta in due anni di violazioni, di repressione, di decreti extra legem, di greenpass psicomaniaci, di progressivo svuotamento dei diritti fondamentali, delle libertà elementari, e quindi di sistematica erosione della Costituzione medesima.

Tutta roba che il Mascia e i suoi 44 gatti non vedono, non gli importa ovvero gli piace, la colgono come l’unica democrazia gradevole; incluso il ritorno dei mandarini, i D’Alema, i Bersani, i rottami della succursale moscovita, del PCI che oggi guarda a Pechino e vorrebbe instaurare il regime perenne, trasformando quel che resta dell’Italia in una colonia cinese. Obiettivo del tutto condiviso da questa patetica armatina Mascialeone, improntata al sinistrismo più nebuloso, plumbeo, fatto di ambientalismo tossico, di pacifismo ipocrita, di opportunismo politicante, di velleitarismo: i curriculum dei violacei parlano chiaro: tutta gente che non ha combinato niente e oggi ci riprova nel segno dell’antica ossessione. Senza calcolare che a far la guerra, coi fucili di cartone, a Berlusconi sono rimasti solo loro, non li seguono più neanche i grillini, neanche il Fatto, nemmeno Travaglio: sarebbe imbarazzante, oltretutto, visto che la setta del comico è in travaso col PD che, oggi, considera Berlusconi non più B., l’innominabile, quello che diceva cosa fare a Riina e Provenzano, ma uno statista, addirittura di stampo europeista. Ma i Masciati viola restano abbarbicati a un immaginario anni Duemila, che poi è quello degli anni Novanta, che risale dritto agli anni Settanta, insomma stanno fuori dal mondo, fuori dal tempo, fuori di testa. E oggi vanno in Santi Apostoli a miagolare, sognando anche loro un ingaggio su Mediaset, quale che sia: anche un reality va bene, del resto la loro vita non è mai stata altro.

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