Oggi ricorre la “Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne”. Durante questo famigerato lockdown sono aumentate le violenze sulle donne, chiuse fra le pareti di casa. Val la pena ricordare che nelle nostre città il 40% delle violenze viene perpetrato da soggetti clandestini irregolarmente in Italia: un’alta percentuale, considerando che in rapporto alla popolazione totale di italiani i clandestini rappresentano una bassa percentuale
In occasione della “Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne” oggi alle 10 in diretta sulla relativa pagina Facebook sarà presentato il libro “I MURI DEL SILENZIO”, un progetto nato lo scorso anno con una mostra fotografica allestita alla Camera dei Deputati, a Palazzo San Macuto a Roma e ora diventato un libro fotografico in edizione limitata, il cui ricavato andrà a sostegno di donne vittime di violenza. All’appuntamento di oggi interverranno, fra gli altri, la promotrice del progetto Giusy Versace, la fotografa Mjriam Bon, Edoardo Sylos Labini, e alcuni dei tanti personaggi noti che hanno prestato il proprio volto all’iniziativa, che consiste nel postare la propria foto alle ore 13 sui propri profili Fb usando l’hashtag → #imuridelsilenzio – Tag @imuridelsilenzio.
Noi vogliamo altresì cogliere l’occasione per ricordare una donna, Norma Cossetto, la studentessa di 23 anni che nel 1943 i partigiani comunisti slavi sequestrarono, violentarono e uccisero, gettandone il cadavere in una foiba e alla cui memoria il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi nel 2005 conferì la medaglia d’oro al valore civile. In questa giornata noi di CulturaIdentità vogliamo ricordare anche lei.
Parliamo di violenza alle donne. Mi ricordo Giorgio Pisanò ,giornalista e politico italiano esponente del Movimento sociale ( trovi ogni informazione semplicemente cliccando wikipedia ) ex volontario della x MAS che con vera ossessione cerco di stabilire una verità storica sulle ultime ore di Mussolini e Petacci. Forse su youtube si ritrovano alcuni video di questa ricerca di Pisanò, non lo so ,poi ci provo, ma mi ricordo che sollevava la tesi che Claretta Petacci prigioniera con Mussolini a Giulino di Mezzegra sul lago di Como prima di essere assassinata ( si assassinata perchè non poteva e non può essere considerato un reato essere stata l’amante di Mussolini) venne violentata. Pisanò fece una accurata analisi su quello che era successo nelle ultime ore e considerò alcune ferite ed escoriazioni sul corpo della Petacci e di Mussolini che non poteva essere, secondo Giorgio, che l’effetto di una colluttazione. Mussolini cerco di difendere la Petacci dalla violenza sessuale che stava subendo? Non saprei rispondere ma mi pongo un dubbio , perchè la Petacci in quel giorno che fu portata già deceduta a Piazzale Loreto mancavano le mutande, che un prete, si vede dai documenti dell’epoca, mosso da pietà, copri le intimità della stessa messa a testa in giù. Voleva il prete dare una composta decorosa immagine per quanto possibile di questa morte simbolo per Pertini di ” macelleria messicana”. Forse mi pongo quesiti che non interessano più a nessuno. Forse , ma ho un brutto carattere e su molti quesiti irrisolti mi piace rompermi le corna gratis ed amore Dei.
Di violenze fortuite da parte dei partigiani comunisti lo sappiamo in tanti anche se per anni hanno cercato di mettere tutto a tacere come il lerdame sinistro in questo paese. E confesso solo il sentir parlare dell’ ANPI mi viene il volta stomaco.
Non è il solo.
e per le migliaia violentatae nelle carceri nazifasciste..cosa offriamo ?? un bosco di rose grande quanto la pianura padana ??
imbecille tu c’eri??????io si avevo 14 anni quello che ho visto ti sbugiarda, erano i **partigiani comunisti che Uccidevano stupravano donne a centinaia, e pure bambine!!Lorenzo sei un comunista pure coglione!!!!!
Egr. Sig. Lorenzo; nessuna persona sana di mente vuole confutare o cercare di minimizzare i crimini commessi dai nazifascisti ma nemmeno di nascondere “sotto il tappeto” le nefandezze di cui si sono macchiati i cosiddetti “partigiani liberatori dell’Italia occupata”. Questo è il vero nocciolo della questione. A proposito di Norma Cossetto, la cui storia conosco molto bene, voglio solo puntualizzare che quando morì non fu per mano dei partigiani Titini (nel 1943 erano solo dislocati in ex Jugoslavia e non c’erano in Italia) ma bensì per mano di partigiani Italiani che facevano parte di una delle “Brigate Garibaldi”. La storia, quella con la “S” maiuscola, anche se indigesta non può essere scritta solo da chi ha vinto la guerra ma anche da chi l’ha persa!
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L’UNIONE DEGLI ISTRIANI LANCIA UN APPELLO: “NON
E PERCHE’ DIMENTICARE L’ORRIBILE FINE DI UN’ALTRA ISTRIANA,
JOLANDA DOBRILLA, VIOLENTATA, UCCISA E DATA IN PASTO AI
MAIALI DAI PARTIGIANI ITALIANI”
Cari Amici,
dopo il successo in tutta Italia per le recenti manifestazioni in ricordo di Norma
Cossetto, l’Unione degli Istriani invita a non dimenticare un’altra ragazza istriana, la
cui orribile fine desta orrore e disgusto.
Si tratta di Jolanda Dobrilla, della cui triste storia ci siamo occupati fin dal 2005.
Nata a Capodistria il 30 agosto 1926, dopo aver frequentato il Ginnasio Combi della
città natale, nel 1943 abbandona la città seguendo un ufficiale del Regio Esercito
destinato al sud.
L’armistizio del settembre 1943 la vede a Roma, quando grazie al tedesco che
conosce, avendolo studiato, trova un impiego presso il comando germanico di
Velletri. Rimasta isolata dopo un attacco aereo americano, nel mese di dicembre la
ragazza decide di tornare verso casa.
Le condizioni viarie dell’Italia del tempo rendevano difficili i collegamenti e
giunta in prossimità di Terni, impossibilitata a proseguire il viaggio, è accolta dalla
famiglia Papucci, ternani sfollati a Lugnola di Configni.
Tuttavia, decisa a fare ritorno a Capodistria, la giovane si rivolge alle colonne
tedesche di passaggio chiedendo di essere trasportata verso il settentrione.
La confidenza data ai militari della Wehrmacht e la conoscenza del tedesco fanno
sorgere tra gli abitanti il sospetto di collaborazionismo.
Il 23 aprile 1944 due partigiani della Banda Manni prelevano la Dobrilla,
seviziandola, violentandola ed uccidendola con una bomba a mano.
I resti della sventurata vengono poi lasciati in pasto ai maiali.
Da qui l’appello a ricordare certamente Norma Cossetto, torturata, violentata ed
infoibata dai partigiani slavo comunisti, ma anche a non dimenticare Jolanda
Dobrilla, altrettanto barbaramente uccisa, ma dai compagni italiani.
Dedicare una lapide oppure un cippo anche a questa nostra diciassettenne istriana
sarebbe un dovere.
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