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Diorama: chi sa cosa significhi questa parola alzi la mano. Eppure è stata spesso usata, almeno ai tempi pre-Internet, come titolo di una rubrica o di una pagina di pubblicazione periodica che offrisse al lettore una visione d’insieme su un certo argomento di attualità, cronaca e cultura. Perché “diorama”, nel suo etimo, significa proprio questo: “vedere attraverso”. E Diorama filosofico era la terza pagina (la famosa terza pagina culturale dei giornali) a cura di Julius Evola pubblicata sul quotidiano Il Regime fascista diretto da Roberto Farinacci. Uscì per 9 anni, dal ’34 al ’43, con periodicità irregolare e mai prima d’oggi (ci provò Marco Tarchi nel 1973, quando iniziò a pubblicare le annate intere della rivista fermandosi però al primo anno) è stato pubblicato un libro che raccogliesse gli 89 articoli del Diorama filosofico di Evola: mai, prima di Cinabro Edizioni, che ha appena dato alle stampe la raccolta completa, curata da RigenerAzione Evola (un progetto nato nel 2016 con l’obiettivo di vivificare nel solco della Tradizione l’opera di Julius Evola), degli oltre ottanta articoli e quasi quaranta tra redazionali e commenti apparsi sulla rivista Diorama Filosofico.

Queste pagine evoliane, mai rieditate fino a oggi, sono un documento eccezionale e una testimonianza dello sforzo che in quegli anni Evola profuse nel tentativo di incidere sulla cultura (fascista e non solo) italiana, creando, col contributo di importanti personalità soprattutto dell’area mitteleuropea, un fronte tradizionale di ampio respiro contro il materialismo dilagante.
Questa che è l’ultima (ma non ultima) fatica editoriale di Cinabro Edizioni si intitola Diorama Filosofico. Raccolta completa degli articoli 1934-1943, un libro sontuoso e importante (494 pagine!) della collana RigenerAzione Evola che offre al lettore contemporaneo una…visione d’insieme sui temi i più varii, dalla romanità antica al sacralità della guerra, dalla storia alla filosofia, passando per la psicanalisi, la letteratura e la critica di costume fino al tema controverso della razza.
Nello specifico, questa sorta di antologia evoliana di scritti che potremmo definire “divulgativi”, è distinta in macro sezioni, che vanno dal primo redazionale del febbraio 1934 (Virilità spirituale, massime classiche 1) all’ultimo del marzo ’43 (I puri e “Addio Kira”), compresi gli irriverenti contenuti della rubrica L’Arco e la Clava: Romanità e classicità: Razza, carattere, destino; Eroismo, milizia, guerra sacra; Anni fatali; Tradizione, storia tempo; Società e persona, filosofia e spirito; L’Arco e la Clava e altri redazionali.
Il primo numero di Diorama Filosofico uscì il 2 febbraio 1934 con l’editoriale di Roberto Farinacci intitolato Formare l’italiano nuovo, ma la ventura editoriale ebbe effetti minimi sulla cultura ufficiale del regime: l’ultimo numero uscì il 18 luglio ’43, a ridosso del Gran Consiglio che, con la sfiducia a Mussolini, aprì l’inizio della fine.
Per il lettore di oggi, anche il non specialista di Evola, Diorama Filosofico. Raccolta completa degli articoli 1934-1943 è di fondamentale importanza perché testimonia lo sforzo di un filosofo – e pittore, poeta, scrittore ed esoterista -, durato 9 anni, di indirizzare la cultura italiana, minata da tendenze fallaci, in senso tradizionale per formare una visione del mondo da contrapporre alla decadenza incipiente. E nel ’34 Evola pubblica, con Hoepli, il saggio Rivolta contro il mondo moderno. Un messaggio quanto mai attuale…