Enrico Manera: “Ci divertiamo a dipingere massi, non ad imbrattare i monumenti”

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L’omaggio a Giannini e Cardinale per la copertina del numero estivo di CulturaIdentità dell’ultimo esponente della Scuola di Piazza del Popolo

Ha esposto con Mario Schifano, Tano Festa, Franco Angeli, Giosetta Fioroni, Enrico Baj, Mimmo Rotella, ma ha anche collaborato con Bernardo Bertolucci, Lina Wertmüller, Carlo Lizzani e Dario Argento. Nel corso della sua carriera si contano la Quadriennale di Roma, la Biennale di Venezia e numerose personali in gallerie e spazi istituzionali. Lui è Enrico Manera (Asmara, Etiopia, 1947), enfant prodige della Scuola di Piazza del Popolo, che ha firmato la copertina di questo mensile.

L’ultima volta che ci siamo sentiti era per la tua personale a Roma, Manera contro tutti! Oltre la Scuola di Piazza del Popolo: Enrico, “oltre la Scuola di Piazza del Popolo” c’è di più o c’è di meno? Chi sono “tutti”?

[ride, n.d.r.] Era un titolo ironico. Si rivolge ai giovani che, per correre sulla via dell’arte, hanno bisogno di stimoli e incoraggiamenti, perché la via dell’arte non è facile. Io invece non sono stato aiutato da nessuno, mi sono fatto la palestra negli studi di quegli artisti che erano più anziani di me: “oltre la Scuola di Piazza del Popolo” c’è sempre di più e per quanto mi riguarda quel “di più” è un mistero da svelare. C’è sempre una novità, qualcosa che ti spinge a cercare il nuovo. Io poi sono attratto dal mistero dell’universo, a volte vado sulle montagne dell’Abruzzo e guardo il cielo stellato: mi rifaccio a quel film di Spielberg (Incontri ravvicinati del terzo tipo, n.d.r.), sono uno di quelli che pensano che non siamo soli nell’universo…

Un artista ha spesso relazioni con l’intellettuale, vuoi per i testi e le curatele delle sue mostre, vuoi per agli articoli sui giornali: qual è il tuo rapporto con questa strana fauna della cultura?

Ci devo avere a che fare: il mio rapporto con chi legge 10 libri al mese è un rapporto strano, diciamo che io sono uno spiritualista e mi sento molto lontano dal materialismo. Ci sono intellettuali conformisti che chiamo radical chic e intellettuali che vanno controcorrente, di cui la storia è piena, pensa soltanto a Ezra Pound. Gli intellettuali di sinistra, che io chiamo radical chic, non mi piacciono, a eccezione però di Duccio Trombadori. Se penso alla sinistra penso a Marx, Engels, Lenin, ma oggi a sinistra vedo solo degli atteggiamenti.

Meglio il mercato dell’arte o il mercato rionale?

[ride, n.d.r.] Sono simpatici tutti e due. A volte capita che chieda a me stesso: «perché ho fatto questa stronzata?», ma poi capisci che anche questo quadro che è partito dal tuo studio e ora è in una casa o a un’asta è un figlio tuo: non lo puoi disdegnare. Sto finendo di leggere il libro di Bonami (Francesco Bonami, Bello, sembra un quadro. Controstoria dell’arte, n.d.r.): siamo circondati da pittori della domenica, dipingono tutti, persino il mio macellaio!

Quindi meglio il mercato rionale!

Ora te la faccio io una domanda: è più furba la volpe o chi la piglia?

Boh, la volpe penso…

Ecco, la caccia alla volpe la lasciamo ai reali inglesi! Noi che non abbiamo tessere siamo divertenti…

Hai firmato la copertina di questo numero di CulturaIdentità: vuoi parlarcene?

E’ fra la fotografia e la pittura, una tecnica che ho usato 30 anni fa quando ritagliando un’immagine di Marylin e una di Nefertiti scoprii che la somatologia dei loro volti era identica: l’opera si intitolava Transfert ed ebbe un notevole successo, tanto che ne realizzai delle repliche successive. Io sono un replicante, sono al servizio del re e anche del giullare…

Progetti futuri?

Ho appena terminato un lavoro per il CONI, grazie a Daniele Cipriani all’eccentrico produttore dei balletti moderni e classici ho realizzato tre opere sul Triathlon in occasione della tappa cagliaritana della World Triathlon Championship Series 2023 organizzata dalla Federazione italiana Triathlon. Fra poco andrò al Festival Internazionale della Danza e delle Danze organizzato da Maria Pia Liotta (il Premio Carla Fracci che ogni anno viene assegnato ad una giovane promessa della danza è stato realizzato da me), mentre sono stato invitato al Festival dell’arte sul Mare a San Benedetto del Tronto per un intervento artistico su quegli enormi massi che servono a fermare i flutti del mare, su cui lavorerò a quattro mani con mia moglie. Vedi?, anziché sporcare i monumenti noi ci divertiamo a dipingere su questi massi. Gli altri impegni non me li ricordo, devo chiedere a mia moglie! Tutto a posto, niente in ordine…[ride, n.d.r.] .

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