Fate scoprire l’Italia ai ragazzi, regalategli accessi ai musei

0
Firenze, Duomo - Basilica di Santa Maria del Fiore ph. ƒr㋡ηk vᗩη Doηgeη Flickr

In un periodo storico diverso, l’esotismo era Italia. Nel corso del XVII secolo venne in moda, tra i rampolli dell’aristocrazia europea, l’affrontare un viaggio denominato “Grand Tour”. Una sorta di missione, un viaggio alla scoperta dell’arte, della cultura, delle tradizioni, della storia e della politica che aveva come destinazione e meta quasi sempre il nostro Paese. Era considerata un’esperienza formativa, propedeutica al passaggio da fanciullo a uomo, consapevole del mondo. Ancor più della formazione scolastica ed allo studio dei testi, era l’incontro interpersonale con il sapere, la cultura, le opere e le architetture della nostra penisola a perfezionare quei giovani e renderli pronti ad affrontare il proseguire delle proprie esistenze.

Oggi quei costumi sono andati smarriti. I nostri ragazzi, annebbiati da isolamento forzato, DAD e messaggi allarmistici iniziano a ritenere che un museo possa essere ammirato tramite video percorsi, che uno scambio di pensieri tra amici possa avere eguale valore se vissuto on line, che un luogo possa essere conosciuto ed apprezzato anche mettendo un “like” ad uno youtuber qualsiasi. Il tutto in pigiama, sul proprio letto, vittime di una forzata agorafobia ed ipocondriaci per volontà mediatica. Mia madre mi prendeva a ciabattate perché tornavo sempre tardi in casa, perché volevo sempre stare in giro; i genitori attuali subiscono lo strazio di avere figli con sintomi da sindrome di Hikkimori, chiusi nelle loro camere, ed a stento riescono con loro ad interagire.

Stretti da norme contro il contagio da Covid al limite della comprensione razionale, quest’estate avremo se non altro l’occasione di vivere il nostro Paese con maggiore fruibilità rispetto all’estero. Se è vero che ogni crisi porta con sé anche delle opportunità, potrebbe essere questo il momento per riportare in auge la tradizione del “Grand Tour”, con lo stesso spirito formativo del diciassettesimo secolo a cui unire un’intenzione medicale, curativa della psiche e dello spirito, oltre che del corpo.

E’ questo un appello non solo ai genitori, ma agli stessi politici e governanti: aprite le porte del viaggio ai nostri ragazzi, reclusi da più di un anno e dissociati dal reale. Si finanzino con contributi statali percorsi per l’Italia, spostamenti in treno o in bicicletta, soggiorni in ostelli e pensioni, scontistiche e contribuzioni su vitto e ristoranti, si regalino gli accessi nei musei, nei siti archeologici, nei palazzi e nelle dimore, nelle gallerie e nei teatri. Si approfitti di queste aperture in arrivo per far riscoprire ai giovani la socialità, il vivere insieme, la bellezza e l’emozione della scoperta.

Abbiamo illuminato i volti di intere generazioni solo con la luce innaturale degli schermi di pc, smartphone e tablet, quando a loro servivano e servono i raggi del sole.

Lasciate che si inebrino dei profumi dei nostri territori, che corrano e che sudino, che ridano e che piangono. Che viaggino come viaggiò Ulisse, gli Argonauti, Alessandro Magno, Dante, Goethe … e che attraverso il viaggio si riscoprano vivi e protagonisti di un mondo nuovo, che spetta a loro costruire. Dietro ad un pc, sarebbe impossibile.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

cinque × due =