Francesco Stroppa, il militare archeologo che ci ha fatto riscoprire Frosinone

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archiviostoricofrosinone.it

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Un’era costruisce città. Un’ora le distrugge.
(Seneca)

Il tema della storia locale, il suo recupero il recupero delle radici e dell’identità della città, è sempre stato al centro dell’interesse di molti studiosi frusinati che nel tempo si sono avvicendati nelle ricerche, sostenuti dalla convinzione che conoscere il passato sia condizione necessaria ed indispensabile per vivere il futuro.

Ma Frosinone, suo malgrado, ha dovuto fare i conti con una forma di “damnatio memorie” che l’ha condannata per molto tempo ad uno stato amnesico fino quasi a sconfinare, per molti aspetti, in un falso storico.

A poco meno di un secolo di distanza rispetto alla data di compimento, irrompe dal passato, inaspettatamente, l’opera inedita di Francesco Stroppa, Notizie storiche sulla Città di Frosinone, proprio quando tutto sembrava già essere noto.

Con il suo manoscritto è riuscito a restituire all’intera comunità un senso di appartenenza e un’identità locale quasi commuovente, principalmente se si tiene conto del fatto che Francesco Stroppa non era frusinate.

Alla luce delle sue ricerche, condotte con consistente rigore storico-metodologico, ogni dubbio sul glorioso passato e il ruolo strategico di Frosinone nei secoli viene definitivamente fugato.

Lo studio e la riscoperta di questo importante manoscritto è convogliato nella pubblicazione Terra dei Volsci, prestigiosa collana del Museo Archeologico di Frosinone diretto dalla Dottoressa Maria Teresa Onorati, connotandolo ancor più come documento di conservazione, valorizzazione e divulgazione della storia cittadina.

Caduto nell’oblio per quasi un secolo, Francesco Stroppa, Maggiore dell’Esercito Italiano presso il Distretto Militare di Frosinone nel 1923 e nel 1924, viene ricordato anche come “dotto e coscienzioso storico della città di Frosinone” in un articolo del periodico Roma e Provincia del 1923.

Nato a Vercelli nel 1882 entra come allievo nella Scuola Militare, Accademia Militare di Modena.

Dopo una lunga carriera militare che lo vede anche insignito di medaglia d’argento e della Croce di Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia, sarà in Libia nel 1912, a Tripoli e a Lebda, poi tra il 1916 e il 1917 impegnato nei teatri di guerra sul fronte del Piave, infine dal 1922 a Frosinone.

Parallelamente alla carriera militare coltiva costantemente l’attività di storico e saggista. Dall’analisi delle sue pubblicazioni non si può non restare colpiti dalla capacità di scrivere, in breve tempo, ampie argomentazioni con competenza accuratezza e proprietà lessicali.

Di grande interesse sono i suoi studi sulle preesistenze archeologiche e il loro sito d’impianto sul suolo libico, da cui nascerà una pubblicazione dall’inequivocabile valore di studio archeologico.

Studi prestati sicuramente ad un’attività di intelligence per analizzare da esperto, il territorio e le sue potenzialità da un punto di vista tattico.

Arriva a Frosinone il 21 maggio del 1922 per restare fino al 1924, traspira dai suoi scritti la sensazione che abbia nutrito, per la città ed i suoi cittadini sincera stima e riconoscenza.

Nel suo saggio storico non manca mai di sottolineare il carattere fiero dei cittadini frusinati che in passato “…anche nel periodo più triste del Medio Evo fu una delle tredici località della Campagna a non piegare il capo al feudalesimo dei Baroni romani o stranieri

Con il suo manoscritto ha contribuito a gettare una luce sul passato della città, sciogliendo i nodi di un passato controverso restituendo alla storia il ruolo centrale e strategico di Frosinone, grazie anche all’ausilio di importanti documenti oggi, per diversi motivi, non più consultabili.

In occasione del ritrovamento del manoscritto, sono state condotte ricerche che chiarissero l’identità dello sconosciuto Francesco Stroppa, che hanno portato ad una pronipote, Paola Stroppa.

Sorpresa non poco dalle richieste d’ informazioni circa il suo avo, sin da subito ha dimostrato curiosità e grande interesse che l’ha portata a riscoprire, risalendo un antico albero genealogico, la storia delle origini della famiglia.

È da queste ricerche che emerge tutta la personalità di un ormai dimenticato prozio, Francesco Stroppa, colto, intelligente, eclettico soprattutto estremamente interessato al mondo di cui faceva parte.

Personalità che può sicuramente essere riassunta in quello che era l’antico motto di famiglia, Robur ac Labor.

Al Museo Archeologico di Frosinone, alla Direttrice ed al suo gruppo di lavoro composto da personale esperto e qualificato, va il merito per aver dimostrato anche in questa occasione, di rappresentare con professionalità e competenza, uno dei più validi riferimenti culturali, scientifici ed educativi a cui attingere e far riferimento per la promozione la tutela e la diffusione culturale delle testimonianze storiche e archeologiche che conserva.

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