Il patrimonio agroalimentare italiano non si difende con le polemiche

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In gioco c’è un patrimonio agroalimentare nazionale che vale 538 miliardi di euro, che offre milioni di posti di lavoro e che di anno in anno fa segnalare record storici di esportazioni, dopo i terribili mesi dell’emergenza Covid. Grazie al cibo, l’Italia guida la classifica mondiale del turismo enogastronomico, l’industria alimentare italiana è la seconda del Paese dopo quella meccanica e rappresenta un’eccellenza che primeggia sul piano della qualità, della sicurezza alimentare, dell’innovazione tecnologica d’avanguardia, della sostenibilità, della biodiversità e del rispetto della tradizione. Il sistema dell’enogastronomia made in Italy di qualità coinvolge 198.842 operatori e 291 consorzi di tutela. Un patrimonio messo a rischio dall’epidemia di falsi e tarocchi con un valore di oltre 110 miliardi di euro del cosiddetto Italian Sounding. Fenomeno di pirateria internazionale che utilizza impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che si richiamano all’Italia, per spacciare alimenti taroccati per originali, e che non hanno nulla a che fare con il sistema produttivo nazionale.

È di queste ore la presa di posizione netta del Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, che si è ancora una volta espresso sulla volontà di voler tutelare il Made in Italy, partendo proprio dal mondo della ristorazione italiana all’estero, contrastando così il fenomeno dell’Italian Sounding. L’obiettivo è ripartire dalla difesa del modello italiano nel mondo, fissando regole certe per identificare e proteggere l’autentica ristorazione italiana nel mondo: “Basta ai ristoranti che si dicono italiani e utilizzano prodotti che non lo sono, basta a cuochi che non sanno cucinare italiano e diventano, spesso, oggetto di barzelletta – ha dichiarato- Lo possiamo fare riconoscendo, anche attraverso un disciplinare, quelli che sono i veri ristoranti italiani all’estero. Il Governo è al lavoro su un nuovo progetto che lanceremo da qui a poco” conclude Lollobrigida.

Un progetto che nasceva nel 2019 con Asacert e Coldiretti: il Protocollo di Certificazione “ITA0039 |100% Italian Taste Certification” proprio con lo scopo di certificare i ristoranti italiani all’estero. Un vero e proprio advisor di italianità nel mondo. Si tratta dello strumento di cui abbiamo spesso parlato qui, su Cultura e Identità, avendo dedicato una nostra rubrica “La Città Sostenibile” proprio ad Asacert. La certificazione ITA0039 è forte della sua unicità ed efficacia, conferitele dall’ ente di certificazione, ispezione e valutazione accreditato con esperienza ventennale, con cui ASACERT, insieme a Coldiretti, FAI, il supporto di ANRA, IFSE, Euto-Toques sta tracciando il cammino verso la difesa, la promozione e la valorizzazione della vera italianità nel mondo della ristorazione all’estero.

Scientificità dei criteri messi a punto per il Protocollo di certificazione che grazie ad auditor qualificati si applica worldwide, senza limiti geografici. Tutti i ristoratori all’estero possono richiedere di essere certificati. Il percorso comincia con la richiesta spontanea di informazioni da parte del ristoratore. Un auditor si reca presso il ristorante e, tramite la compilazione di una checklist, raccoglie le evidenze necessarie per la verifica della conformità ai criteri stabiliti dal protocollo: prodotti di provenienza italiana, esclusione dalla cucina di farine di insetti e carni sintetiche, menu, carta dei vini, personale, spazio destinato alla promozione di prodotti italiani e molti altri. Alla conclusione dell’iter viene elaborato il calcolo del punteggio raggiunto con l’attribuzione del rating di certificazione Quest’ultima, non viene rilasciata nel caso, ad esempio, si rilevi in corso di ispezione la presenza di prodotti Italian Sounding (Borgonzola, Fontiago, Mottarella, solo per citarne alcuni).

Anche dal punto di vista della transizione tecnologica e digitale, l’ente si è tenuto al passo, sviluppando l’App ITA0039. Gratuita e scaricabile per sistemi Ios e Android, connette in un solo gesto, ristoratori certificati e consumatori di tutto il mondo. È possibile scoprire i ristoranti realmente italiani (e certificati) all’estero, consultarne il menù, la posizione sulla mappa e prenotare. Il consumatore, in giro per gli scaffali di tutto il mondo sarà una sentinella del vero Made in Italy, potrà, infatti smascherare i prodotti fake grazie ad un sistema di riconoscimento automatico e segnalarli, con vantaggi diretti ad ogni segnalazione. I dati alimentano una banca dati sui prodotti taroccati, per essere poi presentati in un Osservatorio sull’Italian Sounding.

Null’altro da aggiungere, se non l’auspicio che il cammino intrapreso non si fermi davanti a polemiche che nulla hanno a che vedere con il mondo produttivo italiano e con chi ha davvero a cuore la nostra Nazione e la tutela dell’inimitabile patrimonio culturale, che da sempre la cucina rappresenta. Avanti tutta!

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