Puntuale come le zanzare col caldo, nel pieno di una campagna elettorale arrivano gli avvisi di garanzia eccellenti. Stavolta è il turno di Giovanni Toti, governatore della Regione Liguria, finito nientemeno che agli arresti domiciliari per accuse di corruzione e finanziamento illecito.
Accuse su cui l’iter giudiziario farà il suo corso. Le accuse a Toti riguardano, fra l’altro, quattro bonifici regolarmente dichiarati in favore del comitato elettorale, erogazioni liberali che secondo gli inquirenti dimostrerebbero un “rapporto di corrispettività” fra il governatore e gli imprenditori.
Quello che però colpisce, naturalmente, è il tempismo ma anche – come segnala un lungo e dettagliato articolo de “Il Tempo” a firma di Rita Cavallaro – un inquietante correlazione col caso Striano. Le intercettazioni delle conversazioni fra Giovanni Toti e Paolo Emilio Signorini, già Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, e gli imprenditori Aldo e Roberto Spinelli, padre e figlio, avvengono infatti secondo quanto riferisce la Cavallaro, nello stesso periodo in cui Pasquale Striano effettuava degli accessi all’archivio delle banche dati in cui confluiscono informazioni riservate su persone o società oggetto di “Segnalazioni di operazioni sospette” (le cosiddette SOS). Accessi a cui di norma seguiva la consegna ai giornalisti di polposi dossier scandalistici e giudiziari.
Si concretizza insomma anche in questo caso la cosiddetta “regola del tre”: una procura, un giornale amico e un movente politico. Uno schema che ovviamente nulla toglie al merito all’inchiesta in corso. La magistratura giudicante dovrà appurare quanto di vero e di penalmente rilevante c’è negli addebiti mossi a Giovanni Toti e agli altri personaggi coinvolti nell’inchiesta.
Tuttavia il tempismo perfetto dello scandalo all’acme di una campagna elettorale e l’inquietante correlazione col caso Striano aprono un capitolo nuovo in questa vicenda e spostano l’attenzione sul metodo, un sistema oggettivamente disfunzionale, fatto di aderenze fra inquirenti e giornalisti, diffusione di informazioni che nella migliore delle ipotesi dovrebbero restare confidenziali e scelta sapiente dei momenti migliori in cui effettuare “il colpo”.