Brutte, bruttissime notizie dalle rilevazioni dell’Istat sulla nuova mappatura 2021-2027 della Strategia nazionale delle Aree interne (Snai): l’Italia interna si sta spopolando sempre più mentre il numero di stranieri sul territorio è aumentato di un milione di unità dal 2011 al 2021.
Dopo un decennio di crescita tra il 2002 e il 2014 (+5,9%), dovuta in parte all’immigrazione e ai figli di immigrati, la popolazione è calata del 2,2% tra il 2014 e il 2024 nelle “aree interne”, quelle definite come “significativamente distanti dai centri di offerta di servizi essenziali (di istruzione, salute e mobilità), ricche di importanti risorse ambientali e culturali e fortemente diversificate per natura e per effetto di secolari processi di antropizzazione”. Le aree interne comprendono oltre 4mila comuni, il 48,5% del totale. In questi territori la popolazione, segnala l’Istat, è salita da 13 milioni e 621mila abitanti nel 2002 ai 14 milioni e 19mila del 2014 per scendere al 1° gennaio 2024 a 13 milioni 325mila (il 22,6% della popolazione italiana).
La perdita di popolazione delle aree interne è più rilevante nel Mezzogiorno (-6,3%), rispetto al Centro (-4,3%) e al Nord (-2,7%).
A determinare questo declino demografico secondo l’Istat concorrono diversi fenomeni: l’invecchiamento, la riduzione della natalità, l’aumento dell’emigrazione dei giovani laureati. Questa, a sua volta è provocata dall’eccessiva distanza di molti borghi dai servizi essenziali: la Basilicata è fanalino di coda in tal senso, spiega Rai News 24, con ben 44 borghi che si trovano ad almeno 67 minuti di viaggio per raggiungere i centri principali. La carenza o la distanza dai servizi è dunque alla base della migrazione interna o dell’emigrazione all’estero degli italiani, tant’è che i comuni in declino demografico sono più nelle aree interne nel Sud (oltre due terzi) rispetto al Centro-nord (oltre un terzo) del Paese. E l’Istat rileva che è in partenza dalle aree interne del Mezzogiorno quasi la metà dei flussi migratori nazionali verso i Centri, così come gli espatri, in aumento soprattutto dalle aree interne. Il combinato disposto di queste condizioni porta l’Istat a prevedere che tra vent’anni l’80% dei comuni delle aree interne sarà in declino.
Questo panorama sconfortante fa coppia con l’aumento della popolazione immigrata. L’ultimo dato fornito dall’ISTAT e relativo al 2021, diffuso oggi nel dossier Istat “‘”Le famiglie con stranieri nei censimenti della popolazione 2021”, gli stranieri sono aumentati di un milione di unità fra 2011 e 2021 mentre complessivamente le famiglie con almeno uno straniero sono oltre 2 milioni e mezzo e rappresentano il 10% del totale delle famiglie che vivono in Italia.