La diretta di CulturaIdentità: Marcello Veneziani

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Nella diretta Facebook tra Edoardo Sylos Labini e Marcello Veneziani, si era parlato dell’ultimo libro del filosofo che racconta bene quello che è successo solo poco tempo fa in Italia con la pandemia: (Dispera bene. Manuale di consolazione e resistenza al declino). Un libro uscito in maniera puntuale e sconcertante, un manuale di consolazione e di resistenza al declino, anzi al contagio e ai suoi effetti collaterali. Ormai la disperazione è l’orizzonte della nostra società: zero principi e nessun rapporto con l’Eterno e con il futuro. Ma anzichè considerare la disperazione un punto di arrivo, facciamolo diventare un punto di partenza per metterne a punto i risultati: rendiamo fruttuosa la disperazione. Disperiamo bene, allora.

Dobbiamo convivere con le limitazioni di questo virus, ma qualcuno lucra politicamente sula situazione: alcuni settori crescono sull’onda del virus, mentre imperversa una crisi sociale che chiede segni di fiducia senza trovarne. Non abbiamo, per ora, alcuna possibilità di rendere attiva una reazione verso il virus e verso tutte le sue restrizioni.

Conte, anziché chiarire, crea confusione, con quella pletora di tiraemolla che è il suo governo; è il Conte Zelig, non ha strategia, non ha politica, non ha a cuore le sorti del Paese ma le sue sorti personali: è un continuo autocompiacersi, un autoglorificarsi fuori luogo e fuori tempo. Siamo al one man show, uno show senza sosta, perché hanno paura che senza Conte in Italia ci sarebbe la dittatura di Salvini: ecco che allora abbiamo accettato l’autocrazia vanesia e mediatica di Conte, che si trova a gestire con poteri eccezionali, fuori dalla costituzione e senza ostacoli. Stiamo vivendo il peggior momento del Dopoguerra con il peggior governo

Dobbiamo assolutamente chiamare la piazza: ci sono delle categorie di invisibili, gli italiani che non sanno cosa sarà della loro attività lavorativa: non è mai accaduto che un paese fosse messo in ginocchio e sequestrato in casa a scapito di numerose categorie produttive: siamo entrati in una spirale da cui possiamo uscire con la disobbedienza civile, nel rispetto delle precauzioni sociosanitarie e della Costituzione, sennò continueremo a vivere in un regime poliziesco.

Sono tempi disperati anche perché stiamo assistendo a una marginalizzazione totale del culto religioso. Non bisogna essere credenti per reputare questa situazione una miseria: per salvare la pelle si perdono le ragioni per cui vivere. Di ciò è responsabile anche Papa Bergoglio, che ha accettato senza obiezioni tutte le restrizioni imposte dal governo, abdicando al suo ruolo pastorale: è un papa fuori luogo, più sindacale che pastorale. Ma noi non possiamo rinunciare a Dio.

La Via della Seta, l’accordo commerciale stretto dal Governo con la Cina, ha prodotto la via del virus: e noi, grazie al Governo giallo rosa, siamo i veicoli della Cina in Occidente e in Europa. Assistiamo a una forma di sudditanza coloniale verso la Cina, per cui da un lato abbiamo il vecchio comunismo che chiude un occhio sulle repressioni e la totale assenza di democrazia, dall’altro assistiamo alla follia dei Grillini che vedono proprio nella Cina un modello di crescita felice: ma in realtà è una decrescita tragica, che cancellerà i nostri modelli di sviluppo (vedi il reddito universale di cittadinanza, con lo Stato preponderante e oppressivo.