La diretta di CulturaIdentità: Sylos Labini-Del Vigo-Ciapparoni

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La diretta Facebook di CulturaIdentità di Edoardo Sylos Labini di oggi è con il vicedirettore de Il Giornale Francesco Maria Del Vigo e il giornalista di RTL 102.5 Alberto Ciapparoni, colui che ha “osato” fare una domanda scomoda a Giuseppe Conte.

Siamo in un pericolo di crisi a livello giornalistico? Nei confronti di questo governo si accettano delle deroghe pericolose, vedi la risposta offensiva di Conte alla domanda di Alberto Ciapproni sul caos mascherine. Stampa e tv sono poco critiche nei confronti del governo e poco spazio viene dato alle opposizioni.

Il MoVimento 5 Stelle vuole abolire il giornalismo e la pandemia sta facendo il resto.

Le minacce sui social di stampo para mafioso e le squadracce telematiche dei grillini contro Alberto Ciapparoni. Ci sono due problemi: la minaccia alla libertà e il politicamente corretto.

La gestione della comunicazione del signor Casalino del GiEffe e l’insofferenza nei confronti dell’opposizione: non si è mai visto un gieffino scamiciato che dà il permesso ai giornalisti di fare le domande al Sire.

Siamo l’unico Paese al mondo ad avere l’opposizione all’opposizione.

La scelta social comunista del prezzo delle mascherine (che non si sono mai viste) e l’attacco del commissario Domenico Arcuri ai giornalisti che in conferenza stampa chiedevano informazioni sul prezzo calmierato delle mascherine.

Conte, invece di sbeffeggiare i giornalisti, dovrebbe auto-sbeffeggiarsi: il decreto aprile che esce a maggio.

C’è il rischio di rivolte sociali? Le proteste a Palazzo Marino a Milano e a Ostia, le Mascherine Tricolori a Roma. Quanto, la stampa mainstream, racconta queste proteste? In Italia ogni movimento a sinistra trova subito delle casse di risonanza, vedi le Sardine, che sbucavano in prima pagina e in prima serata quasi ovunque. Salvo poi scomparire.

Cosa vuol dire essere un giornalista controcorrente. Aveva ragione Berlusconi quando diceva che l’80% della stampa nazionale ha un orientamento “progressista”. Le piazze popolari vengono snobbate dalla stampa radical chic, prevalente nella categoria dei giornalisti.

Il punto più basso della storia del giornalismo italiano: l’arresto nel 2012 per reato di opinione di Alessandro Sallusti durante la riunione di redazione nella sede del Giornale e il silenzio della stampa.

La sinistra italiana che odia gli italiani che si occupano di sicurezza o che abitano in periferia: tutto quello che esce dal loro orticello del centro storico vale poco. La sinistra disprezza il popolo: non a caso il PD vince, a Milano, in zona 1: e pensano di essere universalisti! Del resto, la strada dell’inferno è lastricata di buone intenzioni.