La Milano di Beppe Sala non è più una città sicura

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Sicurezza, viabilità, verde pubblico. Federico Benassati è un giovane Consigliere del Municipio 1 di Milano in quota Forza Italia, che su questi temi ha le idee molto chiare. su cosa realizzare per Milano nei prossimi cinque anni.
Lo abbiamo intervistato, ecco cosa ci ha detto

In questi 5 anni cosa ritiene di avere cambiato in concreto?
Sono stati anni costruttivi nei quali ho imparato tanto da colleghi e cittadini; purtroppo, però ho anche dovuto constatare che nonostante il ruolo fondamentale del Municipio, le deleghe sono incomplete a causa di un decentramento azzoppato, alle volte esistente solo sulla carta.

Cosa potrebbe migliorare l’efficienza del Municipio secondo lei?
Andrebbe rivista la riforma Delrio, nella direzione di ampliare le competenze dell’Ente territoriale. Occorre inoltre riconoscere maggior importanza alla figura della Città Metropolitana, la quale è stata, inspiegabilmente, pressoché del tutto ignorata dall’attuale Amministrazione Comunale.

Riguardo la sicurezza del Comune di Milano, e in particolar modo del Municipio 1, ritiene sia migliorabile?

Assolutamente sì. In questi cinque anni abbiamo notato un drammatico peggioramento della sicurezza. Basti notare le numerose risse avvenute nella Loggia dei Mercanti, nonché i gravissimi lanci di bottiglie di vetro contro le camionette della Polizia alle Colonne di San Lorenzo. Bisogna mettersi in testa che la sicurezza è un bene primario e non una esigenza di autoritarismo

E per quanto riguarda la mobilità?
Trovo che i temi della mobilità e della sicurezza siano connessi, infatti muoversi per il centro non soltanto è diventato difficoltoso ma anche pericoloso. Le inverosimili ciclabili della uscente amministrazione, dipinte in fretta e furia, oltre che disagi hanno causato innumerevoli incidenti, sia perché non sono realizzate in modo tale da salvaguardare l’incolumità dei ciclisti sia perché vengono impiegate, senza criterio alcuno, anche da chi usa il monopattino incurante dell’altrui sicurezza. Vorrei sottolineare come, a mio avviso, e riterrei che questo sia il punto di vista dell’intero centro destra, le piste ciclabili vanno assolutamente realizzate, ma vanno realizzate con criterio, in modo da salvaguardare la sicurezza di ciclisti, pedoni e Cittadini in genere.

Negli ultimi anni, lei si è speso molto per i parchi storici, cosa propone per salvaguardarli nonché per migliorare il verde pubblico del centro ?

Sono dell’opinione che i nostri parchi storici, quali Parco Sempione, i Giardini Montanelli e Parco della Guastalla, dovrebbero potersi dotare di fondazioni le quali raccolgano denaro privato a sostegno degli stessi. Inoltre bisogna far sì che la forza pubblica vigili costantemente affinché le zone verdi vengano utilizzate correttamente e non, invece, vandalizzate o impiegate quali aree di spaccio. Aspetto questo drammaticamente ignorato dalla attuale amministrazione cittadina. Piazza Tricolore e i Giardini Calderini in Sant’Ambrogio, sono alcuni dei nefasti esempi di come aree verdi vengano impiegate impropriamente.

Sul fronte della cultura, come ritiene che si possano rendere più fruibili per i Cittadini le aree a vocazione culturale del Municipio 1. E quali, secondo lei, sono le strutture più emblematiche dell’area ricadente all’interno del primo Municipio di Milano ?
Non basterebbe una intera giornata per poterle elencare. Non le parlerò, come penso risulterebbe più che scontato, del Duomo, o di tante altre meraviglie, tra le quali, ad esempio, rientra il Cenacolo Vinciano. Le citerei invece alcuni luoghi di aggregazione, quali possono essere i teatri, dal teatro de La Scala, conosciuto pressoché in tutto il mondo, a teatri più piccoli, che non possono essere definiti locali, in quanto locali non sono, ma piuttosto li classificherei quali realtà aggregativo-culturali più particolari e ricercate. Mi viene quindi subito in mente il teatro Manzoni, molto peculiare in quanto ospita, ancora oggi, nonostante le problematiche connesse alla pandemia, alcuni spettacoli teatrali di altissimo livello. Il teatro Manzoni mi viene inoltre in mente in quanto fa parte di una galleria, la omonima Galleria Manzoni, la quale andrebbe di certo rivalutata. Ricordo che poco tempo addietro uno spazio della Galleria era stato dedicato ad un piccolo outlet, si è trattato certamente di una iniziativa ammirevole. Penso, tuttavia, che le zone culturali di tale portata andrebbero valorizzate magari con un bookshop. Del resto, come non constatarlo, a Milano, la cultura, nelle sue più varie sfaccettature, è intrinseca nei singoli quartieri. Quindi ogni quartiere meriterebbe il proprio teatro, il proprio cinema di riferimento oltre a meritare che le amministrazioni locali, in particolar modo i singoli Municipi, prestino maggior attenzione a tali aree, cosicché, specialmente dopo il covid, sia consentito ai milanesi il ritorno alla frequentazione di aree aggregativo-culturali quali il teatro e il cinema. Non dimentichiamo che la cultura per Milano non è importante, è vitale.

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