L’antico “street food” del Termopolio di Pompei

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@pompeiisoprintendenza

“Un grande esempio per la ripresa del Paese”. Questa frase è stata pronunciata ieri dal Ministro Franceschini, ma andrebbe contestualizzata: la scoperta del Thermopolium a Pompei è del 2019, quando nell’ambito degli scavi della Regio V del Parco Archeologico erano emersi nuovi affreschi che decoravano il bancone di un Thermopolium (AdnKronos: L’impianto commerciale dove è riaffiorato il Termopolio era stato indagato solo in parte nel 2019, durante gli interventi del Grande Progetto Pompei per la messa in sicurezza e consolidamento dei fronti di scavo storici).

Ne dava notizia Massimo Osanna (già direttore del Parco Archeologico e dal 1 settembre 2020 direttore Generale dei Musei) sul suo profilo Instagram:

E’ vero invece che nelle scorse settimane sono state trovate altre informazioni dal sito dell’antico “street food”, come i resti del menu e lo scheletro di un cagnolino.

La scoperta in sé è (era) clamorosa, perché permetterà nel breve tempo (Massimo Osanna: “Si visiterà a Pasqua”, ANSA) di toccare con mano questa affascinante bottega dell’antichità, un grande bancone a “elle” dalle pareti dipinte (oche germane a testa in giù, un gallo, un cane al guinzaglio con su scritto “Nicia cinede cacato”, cioè “Nicia cacatore invertito” e infatti il Corriere della Sera web già parla di insulti omofobi, roba da ridere doppiamente), facendoci scoprire come lo street food (o il junk fodd?) sia un’usanza che travalica non solo lo spazio ma soprattutto il tempo. Una scoperta che promette di avere “sviluppi molto interessanti” (Massimo Osanna, ANSA).

La gran parte degli utenti non se ne sarà accorta e l’ingenuo si chiederà quale sia il senso di una notizia in sé datata e data oggi con gran fervore (Franceschini, ANSA: “Con un lavoro di squadra, l’Italia può continuare a costruire storie di riscatto, Pompei insegna questo. E’ un grande presente e un grande passato”).

I principali organi di informazione aggiungono en passant la notizia che il Thermopolium è stato scoperto nel 2019 nel contesto dell’unica grande notizia relativa agli ultimi rinvenimenti di questi giorni; solo ArtsLife e Finestre sull’Arte (e CulturaIdentità, ça va sans dire) lo dicono esplicitamente.

A pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca e noi pensiamo che la grandeur comunicativa con cui il Mibact, cioè il Governo, annuncia le news su una scoperta di un anno e mezzo fa ci ricorda l’enfasi con cui in questi giorni lo stesso Governo magnifica l’arrivo di 9mila provette di vaccino anti Covid (quando il personale sanitario in Italia è di almeno 400mila operatori) e trasportate per mezza Europa su un furgone anziché in aereo Bruxelles-Fiumicino.

Il fine ultimo è lo stesso, pompare la comunicazione per confermare il consenso.

La stessa grandeur con cui il Governo sulla base di un paio di articoli del N. Y. Times comunicava che la strategia italiana anti Covid era un modello per il mondo. Poi si è visto come è andata a (non) finire. Ma a Pompei non c’è nessun commissario straordinario, piuttosto c’è uno straordinario direttore generale.

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