Per costruire “L’Italia del futuro” dobbiamo decostruire certe abitudini

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Stato e Partecipazione ed Eclettica Edizioni unite per una collana il cui primo lavoro è un miracolo visionario, euristico e pragmatico. Il solo elenco dei capitoli offre la piena comprensione dell’intento dell’opera, che ne è anche titolo: “L’Italia del futuro” è infatti concepibile solo se preliminarmente si considerano “L’Italia tra passato e futuro”, “Il settore primario”, “Capitale e lavoro, industria e sindacato”, “Politica demografica, previdenziale, culturale e sociale” e “Moneta e credito”.

Stato e Partecipazione ed Eclettica Edizioni insieme per L'Italia del futuro

Diciannove firme offrono una fucina di idee per muoversi in questi spazi e diramare la maglia strettissima di una Nazione schiacciata dal peso di enti sovranazionali e propri errori politici, geopolitici e culturali. Costruire è l’intento; ma per farlo c’è bisogno in primis di decostruire una serie di atteggiamenti -egregiamente esposti nella prefazione del volume dall’ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti– quali: subordinazione della politica all’economia, dominante orgia legislativa, globalizzazione, giochi di potere traslati in giochi di sospetto reciproco, ragioneria cabalistica del denaro a scapito di creatività, moralità e memoria. Ergere sulla base critica è il solo modo per rendersi protagonisti di un progetto d’Italia che porti addosso i segni di una civiltà e sia patria di altre generazioni lavorativamente degne e libere da pressioni e svalutazioni, sempre ricordando che la libertà “va conquistata, essendo un contenitore e non un contenuto”, per dirla con le parole di Francesco Carlesi -presidente di Stato e Partecipazione nonché curatore del libro-.

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