Lo sconcerto del 1 maggio: se la cantano e se la suonano

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L’armamentario è collaudato da tempo: qualche bandiera del Che, qualche falce, qualche martello, qualche bandiera rossa…per la verità ultimamente convertite in un’armocromia più multicolor, più da bandiera della pace, anche se finchè la stringi in mano urli le peggior cose a chi, più che legittimamente, governa. Ciò che non è cambiato sono le offese, l’antagonismo a tutti i costi, la voglia di avere sempre e per forza qualcuno con cui prendersela. Non è cambiato, anzi è dato in rialzo, il buonismo imperante delle belle parole, sciorinate da prezzolati oratori, preoccupati loro e solo loro di salvare il pianeta intero.

Ma quest’anno più che di un concerto si è trattato di uno sconcerto per un Governo che si convoca il 1 maggio e che vuole rendere omaggio alla festa con provvedimenti se si vuole discutibili, opinabili, ma pur sempre provvedimenti. Piaccia o no!

Si può criticare il sostanziale abbattimento del cuneo fiscale? Si può contestare ciò che altri governi precedenti, anche di centro sinistra, potevano fare e non hanno fatto? E’ discutibile la riforma del Reddito di Cittadinanza? Ma si può affermare che il precedente provvedimento favoriva il lavoro? Si possono obiettare le misure sulla sicurezza o quelle sul contributo per l’assunzione di disabili? Si obietta che voucher e cambio delle causali del contratto a tempo determinato portano precarietà, ma è anche vero che portano flessibilità. E comunque si può opinare sulle singole misure, sicuramente implementabili, ma che il lavoro sia stato messo al centro è innegabile.

Che poi l’abbia fatto un governo di destra rubando la scena sul lavoro alla sinistra effettivamente è sconcertante. E’ tutto uno sconcerto…quando il governo di destra fa il governo di sinistra e quando il governo di destra fa il governo di destra, ma sì dai, è la solita retorica di sinistra che se la suona e se la canta e che non so se veramente arrivi a quei giovani che sono in piazza e che almeno loro sono riusciti a scroccare un concerto senza sconcertarsi.

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