Niko Calia, quella pittura materica da “vedere” anche con le mani

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Niko Calia, quella pittura materica da
Niko Calia, Covid19, tecnica mista, cm 70X100

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L’artista usa terra e colori, così anche chi è privo della vista prova le emozioni dei suoi quadri

Quante volte in visita a una mostra in un museo o in una galleria siamo stati scoraggiati dalla visione di quel cartellino con su scritto “non toccare”? E quante volte la storia dell’arte ci ha insegnato quanto essa sia ricca di artisti, pittori soprattutto ma non solo loro, che hanno dato una marcatura tridimensionale alla propria produzione ricorrendo ai materiali i più varii? Spesso e volentieri proprio loro hanno ottenuto (anche) un ampliamento di pubblico grazie a quel coinvolgendolo polisensoriale che avviene nel momento stesso dell’incontro con la relativa opera d’arte. Del resto in un’epoca in cui il richiamo all’ambiente è uno dei temi in cima all’agenda, un’arte basata sulla materia della Natura suona più che mai attuale. Ma con l’artista reggino Niko Calia, della scuderia Art Now di Sandro Serradifalco, ci spingiamo più in là: da un lato, dall’ambiente astratto scendiamo alla “terrosità” della materia. E, dall’altro, da un generico rapporto opera/pubblico scendiamo nel concreto dell’incontro fisico. Innanzitutto perché Calia porta la sua terra a noi e qui usiamo la parola “terra” in duplice senso, sia in riferimento a quella tecnica intrinsecamente materiale che caratterizza la sua pittura, sia in riferimento alla “relazionalità” che la caratterizza. La matericità della pittura di Niko Calia, unita agli elementi cromatici, dà come risultato un’opera d’arte viva di concrezioni materiche e impasti coloristici che sono da guardare ma anche rigorosamente da toccare, in una serie di cretti pittorici dove il materiale assurge a valore sia simbolico che fisico: il legame dell’uomo con la terra. Ma anche l’amore dell’artista per la sua, di terra. Calia vuole che tutti ne possano fare esperienza e infatti le sue opere coinvolgono anche chi non può vederle: qui i cartellini “vietato toccare” non esistono. In questo senso l’arte di Niko Calia è relazionale in senso autentico: dà la possibilità, a chi non può vederla, di provare con il senso del tatto le emozioni che promanano da questa particolarissima produzione pittorica.

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