Questa mattina nella conferenza stampa in Vaticano è stato presentato il nuovo piano esodo della basilica di San Pietro riguardante possibili onde anomale di folla legate a situazioni impreviste ed altri piccoli lavori di restauro effettuati. Alla conferenza stampa, erano presenti oltre l’Arciprete della Basilica Papale di San Pietro in Vaticano, Vicario Generale di Sua Santità per la Città del Vaticano e Presidente della Fabbrica di San Pietro, card. Mauro Gambetti; l’ing. Alberto Capitanucci, responsabile dell’Area Tecnica e beni Culturali della Fabbrica di San Pietro; il prof. Pietro Zander, responsabile della Sezione Necropoli e Beni Artistici della Fabbrica di San Pietro; l’ing. Stefano Marsella, direttore centrale per l’innovazione tecnologica e risorse logistiche del Dipartimento dei Vigili del Fuoco italiano.
Per il card. Gambetti, il nuovo piano di evacuazione della Basilica, permetterebbe una “migliore gestione e velocizzazione dei flussi d’uscita garantendo più agio e più sicurezza”, tutto questo potrebbe diventare esemplare per tanti luoghi di culto”. La valutazione della sicurezza dell’esodo, ha spiegato Stefano Marsella, si è basata su simulazioni realistiche che riproducono l’afflusso di persone in due scenari principali: durante le funzioni liturgiche con circa 5.000 partecipanti e in periodi di visita turistica e di pellegrini, dove il numero scende leggermente a 4.000 visitatori.
È stato anche impiegato un software particolarmente adatto a simulare gli aspetti di dettaglio delle persone e dei luoghi, che ha permesso di analizzare la fluidità del movimento delle persone verso le uscite, identificando i nodi critici che potrebbero rallentare l’evacuazione in caso di emergenza. Il lavoro è iniziato con l’impiego di sistemi Laser Scanner ad alte prestazioni per effettuare il rilievo 3D con accuratezza millimetrica della quasi totalità della Basilica, sia nelle parti accessibili al pubblico, che nei potenziali percorsi di esodo. Finalmente uno spazio storico di natura complessa, con uno studio dettagliato e di alto valore professionale diventa un luogo sicuro sia per milioni di visitatori, ma anche per lo stesso bene che diventa esente ad eventuali danni in situazioni emergenziali.
Il tutto, utilizzando non azioni invasive ma puntando sull’innovazione tecnologica applicata a scenari emergenziali. Un esempio di come la tutela del patrimonio architettonico-culturale, può essere preservato e nello stesso tempo può essere messo in sicurezza, non stravolgendo alcunché e nello stesso tempo mantenendo la sua identità e la sua essenza.