Venerdì prossimo alle 19.30 è previsto l’inizio della XXXIII Olimpiade, a Parigi. Giochi che da mesi stanno facendo parlare di loro più per le polemiche che per le prestazioni che ci si aspettano dagli atleti. A far discutere è senza dubbio la carica woke impressa a questi giochi, che sembrano diventati un sistema per far ingoiare al pubblico le istanze ultra-liberal, dalle quote rosa all’ideologia green, come dichiarato da un tweet dello stesso Macron.
Si è iniziato col manifesto ufficiale, disegnato dall’artista Ugo Gattoni, che col suo tratto fumettistico ha reso una Parigi con molti dei suoi monumenti e con un dettaglio urtante: la croce sulla cupola degli Invalidi a Montmartre – luogo dove è sepolto Napoleone, peraltro – sostituita da un puntale. Secondo “Le Parisien” né l’artista né il comitato olimpico hanno voluto dare un significato politico a questa scelta. Una affermazione che però stona con le dichiarazioni del comitato, secondo il quale si voleva “un manifesto pieno di simbolismo”. E con tutto quel simbolismo, guarda caso, proprio il simbolo della Cristianità è scomparso, mentre un altro dei luoghi-chiave di Parigi, la cattedrale di Notre Dame, non è stato incluso nel “pieno di simbolismo” fatto dal CIO e da Gattoni…
Il secondo passo è stata la designazione di una drag queen come tedoforo che avrebbe portato la fiamma olimpica. Fortemente voluto dal sindaco di Parigi, l’ultra-liberal Anne Hidalgo, l’uomo, conosciuto col nome d’arte di Minima Gestè, ha portato la fiamma olimpica nell’ultimo tratto, conclusosi a cavallo con la festa della Repubblica francese (14 luglio). Ovviamente le critiche a questa scelta propagandistica – in linea con l’agenda globalista – che hanno biasimato le rappresentazioni “particolarmente volgari e ipersessualizzate” della drag queen (come dichiarato da Marion Marechal) sono state prese come palla al balzo dal controverso sindaco della Ville Lumiere, che ha inondato di denunce la polizia per i “commenti omofobi”.
Ed è proprio lo stato di polizia che municipio e governo francese stanno implementando con queste Olimpiadi ad aprire un nuovo capitolo, in una Francia dove non passa giorno senza notizie di giri di vite contro le libertà e i diritti dei cittadini: si va dall’introduzione di droni e telecamere dotati di riconoscimento facciale (un sistema, peraltro, contrario alle direttive europee in materia di riservatezza) al dispiegamento di robot per l’ordine pubblico. Ma anche le operazioni di polizia per allontanare immigrati irregolari e barboni dalle zone “per bene”, trasferiti in centri di raccolta organizzati in fretta e furia lontani dall’Ile de France. Le associazioni di sinistra hanno parlato apertamente di “pulizia sociale”, mentre l’opinione pubblica conservatrice ha fatto notare come fosse sempre stato possibile deportare i clandestini, ma il governo si impegnerebbe su quel fronte solo quando conviene all’immagine internazionale dell’Esagono. Fuori dall’occhio dei media, il problema viene invece lasciato in capo ai comuni cittadini, stretti nella morsa di una polizia violenta e di un’immigrazione clandestina fuori controllo.
Così, mentre Parigi fa la faccia feroce coi deboli, ha invece chiuso un occhio sullo sfruttamento dei lavoratori irregolari nei cantieri per le installazioni olimpiche, come denunciato da Euro News a gennaio del 2023, situazione paragonata da “Parigigrossomodo” al semi-schiavismo già visto all’epoca dei giochi in Qatar. Lo scandalo, dopo essere venuto alla luce, ha costretto le autorità a moltiplicare le ispezioni nei cantieri. Ma solo dopo… (ricordiamo che in Francia è in vigore una legge che punisce chi fa documentazione video di abusi di potere da parte delle forze dell’ordine).
E intanto nella capitale francese sono stati sequestrati gli immobili destinati agli studenti fuorisede per le esigenze del personale di servizio delle olimpiadi, non essendo sufficienti quelli già predisposti. Edifici che – peraltro – sono al centro di una ulteriore polemica a causa delle disgustose condizioni igieniche in cui verserebbero: a denunciarlo è il personale di sicurezza delle “Forze di Pace”, giunte a Parigi in supporto alla polizia ordinaria, costretto ad alloggiare negli ex dormitori universitari insieme a scarafaggi, formiche e muffa.
E oltre alla pulizia – che il sindaco Hidalgo ha cercato di minimizzare con un tuffo nella Senna per dimostrare che il fiume “non è inquinato” – Parigi paga anche lo scotto dei rincari. Non solo dovuti all’inevitabile speculazione sui prezzi (che peraltro ha provocato un vistoso calo delle presenze turistiche, ridotte al 60-70% della media stagionale), ma anche alla geniale trovata della prima cittadina di alzare le tariffe del trasporto pubblico proprio in questa occasione, raddoppiandole. Stessa manovra operata anche per la tassa di soggiorno, che tocca i 10 euro giornalieri.
Chiude questa carrellata il “gran rifiuto” di molti atleti russi a prender parte ai giochi come “neutrali”, a causa dell’embargo imposto dal CIO alle bandiere di Mosca e Minsk. Ultima fra i grandi nomi russi e bielorussi, Anna Nikolajevna Kalinskaja, in Italia famosa non solo per il suo talento, ma anche per essere la fidanzata di Jannik Sinner. La Kalinskaja, che pure si era espressa contro la guerra in Ucraina (sua madre è originaria di quel paese), ha rinunciato alle Olimpiadi con un secco “non ci sarà la mia bandiera, non suonerete il mio inno”.