Per astris scientia: Sidereus, il sogno di Vito Lecci

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Intervistiamo il divulgatore scientifico Vito Lecci, fondatore di Sidereus, un parco astronomico unico al mondo ed eccellenza italiana!

Grazie per averci dedicato del tempo per questa intervista. Iniziamo subito con una presentazione.

Mi chiamo Vito Lecci, oggi sono un divulgatore scientifico, ma sono sempre stato un appassionato di Astronomia, Astrofisica, astronautica. Fu all’età di 12 anni (era il 1980) che la mia passione esplose, quando attraverso un binocolo di mio padre trascorrevo la maggior parte delle notti serene sul terrazzo di casa ad osservare il cielo stellato. Inizialmente lo facevo di nascosto poiché mia madre, temendo danni alla mia vista, con l’uso del binocolo verso gli astri, non me lo avrebbe permesso. Riuscii a tranquillizzata solo dopo aver chiesto il parere del nostro oculista. Superato questo primo piccolo scoglio, all’età di 15 anni, la passione era così bruciante da indurmi a chiedere a mio padre un piccolo telescopio in regalo. Inutile dire che, a quel punto, la passione crebbe a dismisura, al punto che, una volta diplomato, dopo qualche anno speso come Sottufficiale nella Marina Militare Italiana, dove anche li trascorrevo le notti sul ponte della nave, nel buio pesto del mare aperto, armato di un buon binocolo astronomico, scelsi di iscrivermi alla Facoltà di Astronomia prima (all’Università di Bologna), per trasferirmi successivamente a Lecce, per seguire il Corso di Laurea in Astrofisica.

Come nasce l’idea di un parco astronomico e qual è il tuo “sogno nel cassetto”?

Il mio sogno nel cassetto è sempre stato quello di fare dell’Astronomia la mia ragione di vita, un lavoro/passione che mi permettesse di sostentarmi. Inizialmente pensavo di seguire la strada battuta da tutti, quindi Laurea, Master, contratti di “sfruttamento” per poi (forse) avere un posto, sicuramente da precario, in qualche osservatorio. Però colsi un’occasione molto più interessante che mi si presentò quasi per caso. Correva l’anno 1996, durante gli studi universitarì costruii in maniera artigianale, con l’aiuto di mio padre, sul terrazzo di casa, un piccolo osservatorio astronomico con una soluzione semplice ed innovativa, a doppio tetto scorrevole, dove trascorrere le mie nottate di osservazione del cielo. Fu in seguito a questa realizzazione che fui avvicinato non solo da semplici curiosi che mi chiedevano di venire ad osservare il cielo, ma soprattutto da diversi docenti che, ad un certo punto, mi chiesero di portare da me delle scolaresche. Altri mi chiesero di tenere delle lezioni a scuola. Il Preside di un Liceo mi chiese addirittura di costruire un Osservatorio Astronomico, simile al mio, anche presso la sede scolastica. L’osservatorio fu realizzato e, per alcuni anni, l’ho gestito io stesso. Fu a questo punto che capii che forse quella sarebbe stata la strada giusta per me: occuparmi di Divulgazione Scientifica e didattica dell’astronomia.

Come si è sviluppata l’idea e hai ricevuto appoggi dalla tua famiglia e dagli amici?

Avevo bisogno di un finanziamento per acquistare della strumentazione più seria e professionale. Nel 2000 feci quindi domanda di accedere alla Legge 608 “Prestito d’onore”. La domanda fu accolta e, dopo aver seguito il relativo corso ed ottenuto il finanziamento, la cifra mi fu appena sufficiente per l’acquisto soltanto di un telescopio professionale, per il mio già esistente osservatorio, ed un Planetario Itinerante, da portare su richiesta direttamente nelle varie sedi scolastiche. Fondai quindi “Alrakis Divilgazione Scientifica” oggi divenuta “Sidereus”. Ad essere sincero l’inizio di questa mia nuova avventura imprenditoriale fu particolarmente complicato. L’impegno maggiore l’ho dovuto profondere nel convincere i docenti sulle enormi potenzialità didattiche di un Planetario Itinerante e solo dopo alcune, timide, richieste il lavoro esplose permettendomi di allacciare rapporti di collaborazione con scuole ed enti in tutta la Puglia, Basilicata e Campania. Il lavoro crebbe così tanto da indurmi anche nella realizzazione di un Planetario fisso, sempre sul terrazzo di casa, accanto al preesistente osservatorio. Anche questa cupola da 4 metri di diametro, in grado di accogliere una intera soldatesca, fu costruita in maniera artigianale, al fine di evitare i costi astronomici dell’acquisto di una cupola già pronta. Il lavoro ovviamente crebbe ulteriormente, al punto che l’osservatorio ed il planetario costruiti sul terrazzo di casa non furono più sufficienti per soddisfare la richiesta delle scolaresche. Addirittura ci furono casi di emulazione del mio stesso lavoro. Oramai avevo lanciato una moda 🙂 Dovevo pensare ad una nuova realtà, più idonea alle nuove esigenze. Fu qui che mi venne l’idea di acquistare un terreno in aperta campagna, lontano dalle luci cittadine, sul quale realizzare un nuovo Parco Astronomico. Senza ripercorrere le numerosissime tappe seguite, indico solo che il Parco divenne realtà nel 2009, anno della sua inaugurazione. La struttura crebbe fino a raggiungere la dimensione attuale che vede, su una superficie di un ettaro di terreno, un planetario a cupola fissa da 6 metri di diametro, capace di accogliere circa 55 visitatori, un terrazzo delle stelle attrezzato con diversi telescopi per l’osservazione del cielo, alcuni radiotelescopi per l’ascolto delle radiofrequenze di alcuni astri, un anfiteatro per incontri/lezioni all’aperto, una sala didattica per accogliere le scolaresche, aree espositive di materiale scientifico, delle rampe per il lancio di alcuni razzi sperimentali e molto altro ancora…

Quali eventi significativi hai organizzato in questi anni?

Nel Parco ricevo mediamente circa 6000/7000 visitatori l’anno, di cui la maggior parte sono scolaresche delle scuole di ogni ordine e grado. Nel periodo estivo organizzo, tutte le sere, appuntamenti dedicati anche ai turisti, molto numerosi in quella stagione. Ma ho organizzato anche eventi in collegamento Skype con il Planetario di Padova, ho organizzato serate dedicate esclusivamente ai clienti VIP di Banca Mediolanum, serate tematiche richieste dal Vescovo della Diocesi di Ugento Santa Maria di Leuca, ecc…

Cosa occorre per sviluppare nuove idee e nuovi progetti?

In effetti avrei in cantiere nuove idee da sviluppare, ma richiedono finanziamenti di cui al momento non dispongo, per questo motivo sto rimandando anno dopo anno. 1) La prima è legata all’acquisto di un telescopio con un diametro più generoso, che mi permetta di raggiungere un duplice obiettivo: – arricchire l’offerta divulgativo/didattica già esistente – aderire ad alcuni programmi di ricerca scientifica, altrimenti preclusi 2) realizzare una postazione astronomica completamente robotizzata e fruibile in remoto, in modo da offrire alle scuole la possibilità di utilizzare un potente telescopio stando comodamente davanti al PC, o alla LIM, direttamente in classe. Lo si potrebbe sfruttare anche di giorno, per l’osservazione ed il monitoraggio dell’evoluzione dell’attività solare (macchie, protuberanze, granulazione fotosferica, ecc…). Ovviamente sarebbe utilizzabile anche da singoli privati che, pur avendo necessità di eseguire riprese astronomiche, non dispongano di un proprio telescopio. Tuttavia questi appena elencati sono progetti estremamente costosi che non potrei affrontare con le mie sole risorse. Soprattutto dopo questo sfortunatissimo 2020 che ha visto un crollo dell’80-90% circa della mia attività. Ovviamente sarebbe indispensabile un finanziamento che mi permettesse di raggiungere questi due nuovi obiettivi, ma onestamente non ho davvero idea di quale possa essere la strada da seguire.

Grazie per questa breve intervista e consigliamo ai lettori e a chi volesse saperne di più di consultare il sito: www.ParcoAstronomico.it e il sito del blog/Podcast www.AstronomiCast.it

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