Ma facciamo un passo indietro: quali simboli sacri vorrebbe coprire il Sindaco della cittadina emiliana e perché? Il progetto – ancora da approvare – andrebbe a installare delle tendine motorizzate volte a coprire immagini sacre, tombe e crocifissi all’interno di una cappella e di un cimitero di proprietà del comune, in modo tale che gli spazi possano essere utilizzati anche per funzioni laiche. Ora, la domanda da porsi (oltre a quella su che fastidio possano dare dei simboli sacri) – dettata unicamente dal buon senso – è: perché far infuriare i cattolici per far contenti i laici attraverso la solita mezza misura? Cosa si risolve in questo modo? Non sarebbe meglio, anche se certamente più dispendioso, adibire un luogo alla “neutralità” e alla laicità (che è un diritto) invece che coprire delle immagini di culto, delle tombe di famiglia, dei crocifissi, per non urtare la sensibilità di qualcuno, scomodando qualcun altro. Siamo in Italia, lo Stato è laico e tutti hanno il diritto di avere un luogo neutrale dove celebrare un funerale o una funzione laica o di qualsiasi altra natura diversa da quella cattolica, ma ammettendo per assurdo che le immagini sacre possano infastidire qualcuno, installando delle semplici tendine vengono presi in giro prima di tutto i laici, oltre che i cattolici. Forse sarebbe il caso di dare a queste persone, che evidentemente lo hanno richiesto, uno spazio a loro dedicato che – per quanto modesto – avrebbe evitato la perdita di tempo dovuta alle polemiche. Rispettare la nostra identità culturale, fatta di una tradizione europea classica e giudaico-cristiana, come di un retaggio repubblicano laico, vuol dire anche creare degli spazi per tutti, rispettando realmente il pluralismo e non attuando mezze misure che offendono qualcuno, per far contento qualcun altro. Non sarebbe decoroso infatti, da che mondo è mondo, chiedere a un musulmano di pregare in un luogo con immagini sacre cristiane (nemmeno se fossero coperte) e, probabilmente, nemmeno viceversa.“Coprire con delle tendine le croci e i simboli religiosi nei cimiteri…”. Ma solo io trovo delirante tutto ciò? Il 26 maggio aiutaci a difendere la nostra identità da chi vorrebbe cancellarla.#VotaItaliano #VotaFDI pic.twitter.com/P1JyAkP6Lp— Giorgia Meloni 🇮🇹 ن (@GiorgiaMeloni) 29 aprile 2019
A Pieve di Cento il crocifisso… fa paura!
Chi ci legge sa quanto ci siamo spesi per sottolineare come parte integrante della nostra cultura sia essenzialmente connessa alla tradizione classica, giudaica e cristiana, senza voler però creare dei semplicistici steccati culturali. Ci siamo spesi per ricordare l’anniversario della morte di Giovannino Guareschi e vi abbiamo anche parlato di certe esagerazioni inutilmente anti-cristiane in ambito artistico. Conoscete anche la nostra idiosincrasia per il politicamente corretto, perché, citando Emanuele Beluffi che a sua volta cita Pietro Nenni, “A fare a gara a fare i puri, troverai sempre uno più puro che ti epura”, come in questo caso che vi raccontiamo. Ebbene, in nome di una malintesa pluralità delle visioni del mondo in Italia è successo anche questo: mettono delle tendine motorizzate per coprire le immagine sacre in chiesa. Questa non è una libera interpretazione di parole dette da altri, è proprio un virgolettato (“…c’è la possibilità con delle tendini amovibili che salgono e scendono di coprire, qualora sia in corso una cerimonia laica, i simboli religiosi“) che sta facendo tanto discutere in quel di Pieve di Cento (e in quel dei social). A pronunciare questa frase è stata Alessandra Moretti, consigliere regionale del Veneto, che, ospite di Paolo Del Debbio su Rete4 a Dritto e Rovescio, ha citato la suddetta proposta in un suo discorso, generando lo sgomento degli altri ospiti e del pubblico.
Non l’ha presa bene l’opposizione cittadina e nemmeno Giorgia Meloni, che nella giornata di ieri ha ritwittato dal suo account l’intervento della Moretti definendo “delirante” la proposta del Sindaco della cittadina della provincia di Ferrara.