“Nella Forza del destino non è necessario sapere fare dei solfeggi, ma bisogna aver dell’anima e capir la parola ed esprimerla”, parola di Giuseppe Verdi. E se lo diceva lui, che aveva composto l’opera, c’è da crederci. Il 7 dicembre 2024, dunque, andrà in scena al Teatro alla Scala di Milano La Forza del destino. Come lo scorso anno, anche questa volta la Prima, che apre la stagione tradizionalmente nel giorno di Sant’Ambrogio, è nel segno di Giuseppe Verdi (negli ultimi 10 anni è stato lui l’autore della Prima in ben cinque occasioni). La regia è di Leo Muscato, con la direzione musicale di Riccardo Chailly. Le scene sono di Federica Parolini, i costumi di Silvia Aymonino e le luci di Alessandro Verazzi. Protagonista ancora una volta sarà Anna Netrebko, con Brian Jagde, Ludovic Tézier e Vasilisa Berzhanskaya. Vediamo insieme la trama, che si sviluppa in quattro atti.
Donna Leonora e Don Alvaro vogliono scappare da Siviglia, per sposarsi nonostante la contrarietà de padre di lei, il Marchese di Calatrava. Una volta scoperto il piano, il Marchese rinnega la figlia e fa arrestare Alvaro. Il giovane, proprio mentre sta dichiarandosi pronto ad assumersi le sue responsabilità, getta la pistola per terra e uccide accidentalmente il futuro suocero. A quel punto la coppia fugge: entrambi si camufferanno per evitare di essere riconosciuti, con la famiglia di Leonora convinta a rintracciarli ovunque. I due nel frattempo si separano: Leonora va a vivere in una grotta da eremita per espiare le sue colpe. Nel terzo atto la storia si sposta a Velletri, dove si intrattiene una guerra tra Imperiali e Spagnoli, tra cui file dei granatieri c’è anche Alvaro. Questi diventa complice di don Carlo, fratello di Leonora, con il quale si difende reciprocamente in guerra fino a quando non emerge la vera identità di Alvaro. Scoppia a quel punto la lite tra i due ex amici. Sfidato a duello, Alvaro riesce a scappare in un monastero dove si rifà una vita con un nome nuovo. Carlo, però, ha capito di chi di tratta e lo sfida a duello. Sarà ferito mortalmente, ma ormai agonizzante riuscirà a uccidere la sorella Leonora, vendicando il padre. Il destino finale schiaccia dunque inesorabilmente i protagonisti nella stessa maniera, divisi tra amore, la vendetta e il perdono, durante tutti i quattro atti totali.
Assente dalla Scala da 25 anni (dove esordì nella sua versione definitiva e dove manca addirittura da 59 anni come “Prima”), La forza del destino è il riadattamento dell’opera Don Alvaro del Duca di Rivas del 1862. Con lo stesso titolo spagnolo fu presentata per la prima volta in Italia a Roma, nel 1863. I motivi di cotanta assenza sono da ritrovarsi nella scaramanzia: quando l’opera era in scena a Varsavia, nel 1939, nello stesso momento Hitler invadeva la Polonia. Se a questo si aggiungono incidenti, malanni e acciacchi nel cast difficili da superare, si capisce che La forza del destino sia per qualcuno un’opera portasfortuna. Anche per tale motivo, per anni il titolo rimase popolarmente “Innominabile”. Curiosità: nel terzo atto, il testo originale della prima edizione dell’opera prevedeva che Alvaro dicesse la frase “Fallì l’impresa”: siccome il fallimento di un’impresa teatrale era una sventura frequente nel mondo teatrale ottocentesco, dalla seconda edizione dell’opera fu sostituita con “Fu vana impresa”.
La capacità di Verdi fu di catturare il sentimento del pubblico, ribaltando il finale ed eliminando quindi il suicidio di Alvaro.
Diretta dunque su Raiuno come sempre alle 17.30 del 7 dicembre, con riprese in 4K. A condurre, riassumendo la storia tra un atto e l’altro e raccogliendo gli umori del pubblico, Milly Carlucci e Bruno Vespa con collegamenti di Serena Scorzoni dal foyer. Tra gli ospiti in sala sono attesi il Presidente del Senato, Ignazio La Russa , la senatrice Liliana Segre e il Ministro alla Cultura, Alessandro Giuli. Confermati anche Josè Carreras e Placido Domingo (che proprio alla Scala recitò nei panni di Alvaro). Dopo il tradizionale inno di Mameli, lo spettacolo comincerà alle 18 e terminerà circa quattro ore e mezza dopo: un appuntamento che ci ricorda quanto siamo la Patria della Cultura, per cui arrivano da tutto il mondo nel teatro del Piermarini. Un appuntamento assolutamente identitario del nostro teatro.