L’Italia è un Paese incredibile perché nasconde in ogni suo territorio storie e tradizioni che fanno del nostro Stivale una nazione unica nel mondo. Ogni piccola città di provincia ha dato i natali o ha ospitato personaggi che hanno lasciato un segno indelebile nella cultura, nella Storia, nella politica italiana e internazionale. Pomezia, ad esempio, cittadina sull’agro pontino, la prima a sud di Roma – dove sono nato e cresciuto – è una terra con una narrazione che non ti aspetti. Qui, come narra nel I sec. a.C. Virgilio nell’Eneide, sbarca in una laguna attraversata dal fiume Numico, oggi Pratica di Mare, Enea. L’eroe troiano che fonderà l’Antica Lavinium, considerata la culla di Roma e dell’intero Occidente.

Eppure la città di Pomezia viene fondata solo il 25 aprile del 1938. È la quinta e ultima delle Città Nuove costruite durante la bonifica della palude pontina dal Fascismo. I primi insediamenti dei coloni ai quali era stato consegnato un appoderamento iniziarono il 29 ottobre del 1939. C’erano anche i miei nonni materni, provenienti dalla provincia di Benevento e da Rieti, insieme a romagnoli, veneti, trentini che trasformarono le terre consegnate in abitazioni e attività commerciali. Il comune pontino poi vive il boom economico italiano con l’arrivo della Cassa del Mezzogiorno tra la fine degli anni ’50 e gli anni ’60 che fa fiorire tante industrie importanti ancora presenti oggi sul territorio. È in quegli anni che un grande personaggio dello Spettacolo italiano come Ugo Tognazzi decide di prendere casa a Torvajanica, località balneare del comune di Pomezia. Quella parte di litorale romano era stato duramente colpito dalla Seconda Guerra e tornò a sorridere grazie a un’economia in forte ripresa trainata anche dal mondo cinematografico: Cinecittà divenne l’Hollywood sul Tevere. È in questo contesto che il mitico Ugo fonda Villaggio Tognazzi che diventa il luogo di villeggiatura per attori, cantanti, registi insomma per tutta la Dolce Vita. Le spiagge di Torvajanica si riempiono di paparazzi e sotto quegli ombrelloni sfilano celebrità nazionali ed internazionali. Pomezia ospita anche un aeroporto militare fondamentale per la difesa italiana ed europea, Pratica di Mare.
È qui che Berlusconi nel 2002 fa stringere la mano a Bush e Putin, intuendo come questi due blocchi si sarebbero dovuti avvicinare e non scontrarsi come oggi. È proprio a Pratica di Mare un altro mito dello Spettacolo mondiale, un Maestro del Cinema gira alcune scene dei suoi capolavori e chiede lì sepoltura eterna, Sergio Leone. L’inventore degli spaghetti western riposa sotto una grande lastra di marmo sorretta da quattro leoni. Di lato un’incisione che rimanda ai suoi film : “C’era una volta, c’è, ci sarà”. Leone amava il borgo di Pratica e in quelle zone aveva girato “C’era una volta il West” e “C’era una volta in America” e voleva essere sepolto dove Enea era sbarcato nel XII sec. a.C. Ecco perché Pomezia è terra dei miti e perché è stata scelta come location della decima edizione del Festival delle Città Identitarie.
Sul palco nella centrale piazza Indipendenza, tipica architettura razionalista, tanto amata e lodata dal cantore dell’agro pontino, il Premio Strega Antonio Pennacchi, sfilano i figli dei grandi miti che hanno tracciato un solco sul territorio: Gianmarco terzo figlio di Ugo, Francesca, Raffaella e Andrea Leone. Perché l’identità di un popolo si tramanda di generazione in generazione grazie e soprattutto ai grandi artisti che sono immortali come le loro opere. Così nella cittadina dove giocavo a pallone in strada, quella dove i miei genitori ancora vivono, per me è un dovere oltre che un orgoglio raccontare la radici e la storia di un popolo che deve essere fiero della propria immensa cultura. Perché riscoprire noi stessi resta sempre il viaggio più affascinante della vita. E tra queste pagine e nelle piazze delle nostre cittadine, noi ci saremo sempre, a sventolare la bandiera della nostra italianità.