Quell’espressione un po’ così…con cui ammiravo l’EUR

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Weekend blindato: domani 30 ottobre inizia a Roma all’EUR il Forum dei capi di Stato e di Governo dei Paesi del G20, con Joe Biden che vedrà Boris Johnson, Emmanuel Macron e Angela Merkel. Per l’occasione vi proponiamo l’editoriale di Edoardo Sylos Labini fondatore di CulturaIdentità pubblicato sul numero di giugno 2019 del mensile, con la copertina dell’EUR raffigurata da Mauro Reggio. Perché l’EUR? Perché il Washington Post è stato colpito dallo “strano sfondo” del summit G20 di domani: per i fricchettoni USA sa troppo di colonialismo, non è che vogliono abbatterlo in nome della cancel culture? (Redazione)

Con tutti quei marmi bianchi bianchi ed il travertino, enorme, se ne stava solo soletto dopo chilometri di campagna. Così mi appariva l’Eur quando, da Pomezia, la cittadina dove sono nato e cresciuto, arrivavo speranzoso da ragazzo in autostop a Roma in cerca di una scrittura che mi facesse iniziare la carriera di attore. Non riuscivo a capire quelli che dicevano che l’Eur era brutto: a me è sempre piaciuto. Con gli anni ho imparato a conoscerli, i salottieri con la puzza sotto il naso che sbeffeggiavano la straordinaria architettura razionalista del Ventennio. Considerando poi il degrado che la nostra Capitale sta vivendo in questi anni, l’intuizione di costruire la città del futuro che collegasse i Fori ad Ostia, la tradizione dell’Impero Romano al mare, simbolo di unione ed incontro dei popoli (nel rispetto delle proprie identità), oggi è più che mai moderna. Sappiamo come è andata la storia: la guerra, le leggi razziali, gli antifà dei nostri giorni col Rolex al polso. Diamo però a Cesare quel che è di Cesare. Così, per la copertina di questo numero dedicato alle città ideali, cioè a quelle città di fondazione che nei secoli sono nate nella nostra bella Italia secondo il progetto utopistico di armonizzazione tra uomo e territorio, abbiamo scelto l’opera di un grande artista di Frascati: Mauro Reggio. Che raffigura, appunto, il Colosseo Quadrato, il Palazzo della Civiltà Italiana all’Eur. Non è un caso che il monumento abbia ispirato tanti registi, da Fellini a Greenaway e che oggi sia sede di un famoso marchio del made in Italy come Fendi. Musica, artigianato, filosofia, lavoro, industria, eroismo, poesia sono alcune delle virtù allegoriche delle sue statue. E, visto che nei pressi della mia Pomezia sbarcò, per volere del fato, il prode Enea, che fondò Lavinium la culla di Roma e dell’Occidente, chissà se i ragazzi del futuro troveranno fondata una nuova città ideale e, arrivandoci, avranno quell’espressione ammirata che avevo io quando arrivavo all’Eur.