Abbattere l’EUR: l’imperialismo del politicamente corretto

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dalbera from Paris, France, CC BY 2.0 creativecommons.org, via Wikimedia Commons

Arriva Biden a Roma per il G20 e la sinistra americana chiede di abbattere l’Eur. Se non tutto il quartiere (che poi ci sarebbero pure gli abitanti…) almeno “le statue di schiavisti, re, generali e colonizzatori”. I moderni Unni (che poi a dire il vero furono molto più rispettosi del passato rispetto ai Black Lives Matter di oggi) stanno nel Washington post, giornale Bibbia dei liberal Usa e, come tutti sanno, di proprietà di Jeff Bezos, cioè del proprietario di Amazon. Massì, disintegriamo il Palazzo della Civiltà Italiana e sostituiamolo con un più democratico e “inclusivo” centro Amazon per la spedizione di merci in tutta Italia. Questo l’articolista del giornale di Bezos non lo scrive: lo aggiungiamo noi, perché siamo cattive persone. Si scherza ma in realtà c’è poco da scherzare.

E ci sono almeno tre questioni da sollevare. La prima è che questo politicamente corretto, oggi definito woke, condanna colonialisti e imperialisti, ne butta giù le statue e le effigi, ma possiede poi esattamente un atteggiamento colonialista e imperialista. Come, scrive il WP, arriva il presidente Biden, l’imperatore della democrazia globale, e noi in Us abbiamo abbattuto persino la statua di Thomas Jefferson, e voi italiani pezzenti e arretrati, vi tenete quelle costruite dagli architetti di Mussolini? Come vi permette? Veniamo noi ad importarvi la democrazia cancellatrice.

La seconda questione riguarda l’Eur. Non è la prima volta che il globalismo politicamente corretto lo prende di mira. Molti ricorderanno un’intemerata dell’allora ahimè presidente della Camera Laura Boldrini, anche lì dietro spinta americana, visto che l’eliminazione dei monumenti fascisti è cavallo di battaglia di una storica della letteratura italiana, Ruth Ben-Ghiat, auto proclamatasi storica del fascismo, ovviamente ultra liberal (tendenza radical chic secondo gli ortodossi canoni tomwolfiani). Ebbene, lo diciamo chiaro e forte: giù le mani dall’Eur, un capolavoro di urbanistica e di monumentalistica, in cui modernità e tradizione si fondono perfettamente, un gioiello della identità italiana. Come scriveva Edoardo Sylos Labini nell’editoriale del numero di giugno 2019, con la splendida copertina di Mauro Reggio, l’Eur rappresentava, e rappresenta ancora, “l’intuizione di costruire la città del futuro”.

La terza questione è che non si fermeranno all’Eur. Guido Crosetto stamane twitta “allora abbattiamo il Colosseo”. Meglio non suggerire, anche se sicuramente ci stanno già pensando. Se per il politicamente corretto woke e Black Lives Matter va cancellato tutto quello che riguarda la memoria del passato, in particolare quello legato a società che utilizzavano gli schiavi, organizzate ad impero, ebbene le memorabilia dell’antica Roma dovrebbero essere rase al suolo tutte. Il fascismo è solo un pretesto: il movimento woke è una tendenza rivoluzionaria, figlia dello gnosticismo e del settarismo protestante, che assomiglia però all’islam dei talebani, e del resto utilizza gli stessi mezzi. Va fermato in ogni modo. Siamo qui anche per questo.

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