Il solito teatrino del sindacato guidato da Landini

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“Salvini va allo scontro” e poi “Salvini, la guerra ai lavoratori per rubare la scena alla Meloni” e quindi “Attacco alla democrazia” ma anche “Sciopero tagliato: è assalto ai diritti. Meloni e Salvini festeggiano il blitz”. Sono alcune delle sobrie aperture in prima pagina apparse nei quotidiani La Repubblica, Domani e Il Fatto Quotidiano il 15 ed il 16 novembre a commento della precettazione operata da Salvini per impedire che lo sciopero generale si tenesse nei termini pensati da CGIL e UIL. E pensare che il primo dei quattro titoli commentati, quello del “Salvini va allo scontro”, si riferiva al giorno in cui erano stati addirittura i segretari dei due sindacati a rifiutarsi di andare a parlare col ministro prima che questo emanasse l’ordine di precettazione.

Ricordo a chi ci legge che l’atto del ministro è stato conseguente alla comunicazione della Commissione di Garanzia preposta a giudicare se gli scioperi convocati rispondono ai requisiti di legge; il tutto a tutela dei cittadini che usufruiscono dei servizi. “Lo sciopero, così come proclamato dalle Confederazioni sindacali (con esclusione di numerosi settori) non può essere considerato, come da consolidato orientamento della Commissione quale sciopero generale, ai fini dell’applicazione della disciplina che consente delle deroghe alle normative di settore sui servizi pubblici” riporta la Commissione stessa nel comunicato del 13 novembre.

Detta in parole povere e comprensibili: “siamo in presenza di una violazione di legge e lo sciopero non risponde ai requisiti”. Come da “consolidato orientamento”. Vale a dire: CGIL e UIL avrebbero dovuto saperlo. Ed allora perché i sindacati hanno commesso un errore così grossolano? La risposta è che non è stato un errore. Landini ha volutamente commesso questa leggerezza affinché lo sciopero fosse “bocciato” dalla Commissione. Affinché Salvini avesse naturalmente mano libera per precettare i lavoratori scioperanti. Affinché i sindacati potessero urlare alla “torsione autoritaria” che conculca diritti fondamentali dei lavoratori. Quali appunto il diritto di scioperare. Affinché CGIL e UIL potessero adeguarsi alle indicazioni impartite scioperando solo quattro ore. Affinché infine potessero giustificare anche bassissime partecipazioni all’iniziativa come la naturale conseguenza dell’opera di intimidazione del governo di destra brutto e cattivo. Sarebbe stato assai rischioso per Landini e C. giustificare una bassa partecipazione allo sciopero senza questo teatrino precedente. Ora invece potranno farlo. Gridando ovviamente al fascismo che sta arrivando.

foto: Fillea Cgil CC 4.0 sa by

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2 Commenti

  1. Per questi agitatori di professione che si fregiano del nome di sindacalisti, veri cerimonieri d’antan del non fare, ogni cosa che esce fuori dalla loro orbita ideologica, è “Squadrismo istituzionale”. Mentre il loro modo disastroso di governare l’Italia negli scorsi lustri il bel tempo che fu.

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