“Se non ora quando“ il Cav al Colle…

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@SilvioBerlusconi

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Nel variegato mondo degli zombie dell’antiberlusconismo, richiamato dalla possibilità concreta dell’auspicabile arrivo di Berlusconi al Colle, non potevano mancare le femministe di “Se non ora quando”. Ricordate? Non molto, perché sono passati dodici anni. Erano delle signore tardogiovani, un incontro tra la direttrice Roma centro-Parioli e le mitiche “professoresse democratiche” narrate da Edmondo Berselli. Volevano che Berlusconi venisse cacciato perché, dicevano, “non rispetta la dignità delle donne”. Ma a eliminarlo, qualche mese dopo, furano la Ue con l’aiuto fondamentale dei suoi emissari italiani (a cominciare da Gianfranco Fini) – un “golpe”, espressione legittima come da recente sentenza. Ora queste signore, nello sgangherato comunicato in cui minacciano di ri-discendere in piazza secoli dopo, si vantano persino di “averlo mandato a casa mobilitando la maggioranza del paese”. No, care le mie dame patronesse, a farlo furono Merkel e Sarkozy e comunque la maggioranza del paese stava con il Cavaliere. Che infatti nel 2013 per poco non rivinse le elezioni. Ora sono passati dodici anni, un’era geologica, siamo cambiati tutti, è cambiato anche il Cavaliere, loro no, sono rimaste le stesse di allora: “se non allora, quando”, si potrebbe dire.

La notizia potrebbe essere trascurata e inserita nella categoria folclore patetico se non ci facesse capire che l’armata Brancaleone dell’anti berlusconismo utilizzerà alla grande anche il politicamente corretto per cercare di delegittimare il Cavaliere. Che poi, di tutto si può accusarlo che di essere contro le donne. Un momento, non stiamo solo dicendo che a Silvio le donne piacciono molto. Vogliamo dire che nessun leader politico italiano ha promosso e lanciato tante donne in politica, e per di più giovani:, come lui: il suo quarto governo, nel 2008, vide come giovani ministre Maria Stella Gelmini, Mara Carfagna e la giovanissima Giorgia Meloni, oltre a Michaela Vittoria Brambilla e a Stefania Prestigiacomo. Oggi Gelmini e Carfagna sono tra i migliori ministri del governo quanto a Giorgia Meloni beh, è Giorgia Meloni. Nel governo che l’aveva preceduto, il Prodi II, le ministre erano invece tutte di lunga esperienza politica e oggi sono tutte sparite, e nessuna è ad esempio ancora parlamentare.

Ma oltre a questo dato reale e pesante, dobbiamo anche dire che Berlusconi è il leader maschio più femminista della Seconda Repubblica. Certo, come può esserlo qualcuno nato nel 1936: per cui la donna va trattata con gentilezza, cortesia, tatto, signorilità, e le vanno rivolti i complimenti. Per la verità pensiamo che questa dovrebbe essere la condotta sempre ma siamo certi che rivolgere un apprezzamento all’abbagliamento di qualche componente di “Se non ora quando” sarebbe considerato un grave atto f di maschilismo e di sessismo. Inoltre il Cavaliere è dotato di una grande sensibilità femminile, per sua stessa ammissione. Le femministe vogliono una donna al potere? Se la prendano con il loro partito, il Pd, che meglio di Rosy Bindi non sa proporre. Oppure vadano in Francia a sostenere Marine Le Pen o Valerie Pécresse. O qui facciano il tifo per Meloni premier. Oppure tornino a giocare a bridge.

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4 Commenti

  1. Il Gervasoni ricorderà che tra quelle femministe sfegatate si distingueva allora anche Daniela Santanché che si sbracciava dire che Berlusconi pretendeva le donne disposte in orizzontale. Poi i tempi passarono e la Santanché, forse per convenienza imprenditoriale, non disdegnò la “posizione”. Per fortuna ormai contano più i punti di vista delle posizioni!

  2. PP…ne avevo scritto 6 in uno e non di una sola riga.Che c serve dare i ‘numeri’ prima dell’invio.E chi lo riscrive?Per poi farmi arrivare l’artrosi al dito che batte sulla tastiera?Non potete recuperarlo?

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