Accelerare su transizione energetica e potenziare incentivi per plastic free anche su cosmetica e abbigliamento
L’Italia è il primo paese in Europa per morti attribuibili all’inquinamento atmosferico con circa 90mila decessi prematuri/anno, e gli effetti diretti dell’inquinamento sulla salute umana interessano diversi apparati ed organi: le patologie dell’apparato cardiovascolare rappresentano la prima causa di morte (Eventi coronarici e Infarto Miocardico Acuto, 9.000 casi/anno – Ictus cerebrali, 12.000 casi/anno), seguiti dalle patologie dell’apparato respiratorio (7.000 decessi prematuri/anno). Lo afferma la Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA) alla vigilia della Giornata Mondiale della Salute, chiedendo di accelerare su transizione energetica e politiche “plastic free”.
Gli effetti indiretti dell’inquinamento portano fino al +14% di aumento di incidenza per tutti i tumori nei siti inquinati (Mesoteliomi, 1.900 casi/anno da esposizione ad amianto – Tumori testicolari, +36% d’incidenza nei siti inquinati – Leucemie, +66% d’incidenza nei siti inquinati – Linfomi, +50% d’incidenza nei siti inquinati – Sarcomi dei tessuti molli, +62% d’incidenza nei siti inquinati – Tumori polmonari, +29% d’incidenza nei siti inquinati – Tumori vescicali o renali, +32% nei siti inquinati – Tumori della mammella, +50% d’incidenza nei siti inquinati).
“E’ imprescindibile e non più rimandabile agire in fretta e sinergicamente con l’Europa per ridurre drasticamente le principali sorgenti emissive dell’inquinamento atmosferico attraverso una transizione energetica rinnovabile che abbandoni quanto prima l’uso di combustibili fossili – afferma il presidente Sima, Alessandro Miani – Serve poi continuare sulla politica plastic free aggiungendo incentivi per un più veloce cambio di paradigma nel confezionamento degli alimenti e nella sostituzione di materiali plastici con prodotti e fibre di origine naturale anche nella cosmesi e nell’abbigliamento, mettere al centro la qualità della vita delle persone nei luoghi indoor di vita, svago e lavoro, monitorando i parametri ambientali di temperatura, umidità, CO2 e investendo in dispositivi di mitigazione del rischio (purificatori d’aria), seguire stili di vita sani che ci portino a trascorrere più tempo a contatto con la natura, scegliere come regime alimentare la Dieta Mediterranea che rispetta la stagionalità delle produzioni e ha un impatto ambientale del 60% inferiore rispetto a diete di tipo nordamericano o nordeuropeo”.