Sisma 2016. Prevenzione e ricostruzione aspetti essenziale per la rinascita

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A otto anni dal primo dei terremoti che tra agosto e gennaio 2017 colpì l’Italia centrale un pensiero va alle 299 vittime e a chi ha perso la propria casa e i propri affetti. Diversi edifici di alto valore culturale architettonico sono stati distrutti e danneggiati pesantemente.

Nel Manifesto delle Città Identitarie sottoscritto ad ottobre 2020, alla voce “ricostruzione” abbiamo scritto che “Il recupero dell’abitabilità dell’Italia profonda passa anche e soprattutto, infine, per la ricostruzione post-terremoto delle aree colpite negli ultimi anni da simili calamità e, più in generale, dalla capacità di indirizzare una parte cospicua degli investimenti pubblici e privati nella prevenzione dei danni sismici e di quelli indotti dal dissesto idrogeologico. C’è un immenso lavoro da mettere in campo in questo senso, un’azione che interesserà almeno due generazioni. L’economia green di cui tanto si parla e a cui sono legate le risorse del Recovery Fund vanno indirizzate in questa direzione”. Bisogna partire da questi spunti rimarcati nel Manifesto delle Città Identitarie per far in modo che eventi del genere non producano effetti catastrofici come quello del 2016. L’Italia è un Paese fragile, bisogna investire in sicurezza del territorio ed in opere di prevenzione, non possiamo piu’ tollerare che ci siano dei morti per queste ragioni. Ribadiamo che oltre la ricostruzione che anche se lentamente sta procedendo, bisogna intervenire con una sana prevenzione, in quanto mettere in sicurezza il Paese è un investimento a lungo termine per le generazioni future ed in particolar per il ricordo della nostra identità.

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