Non solo mare e movida, anche le aree interne hanno tanto da raccontare
Siamo esattamente a metà del Salento (o giù di lì, suvvia). A metà anche tra i due bellissimi mari, lo Ionio e l’Adriatico che bagnano la Puglia ed il Salento. E poi da sempre terra legata all’antica civiltà della cosiddetta Grecia Salentina, anche se ormai l’idioma grecanico è qui praticamente sparito da tempo.
Ma insomma, dove siamo? Siamo a Sogliano, appunto in provincia di Lecce, Salento profondo. Sogliano da solo non basta, soprattutto non bastò all’indomani dell’Unità d’Italia, quando ci si accorse che un’altra Sogliano c’era già in Italia, precisamente in Romagna, quella che sarà poi denominata Sogliano al Rubicone.
Unità d’Italia, si è detto. E perché non aggiungere, allora, nel nome l’omaggio a chi più di tutti l’Italia l’aveva pensata unita (lasciamo perdere per un attimo tutto quel che di critico si può dire sul Risorgimento)? Ed ecco che il Paese decise di unire Cavour a Sogliano, come tributo in onore dello statista piemontese.
Collocata nell’area dell’entroterra votato soprattutto all’agricoltura, la cittadina ha oggi per sindaco Giovanni Casarano, dirigente scolastico e presidente provinciale dell’Associazione nazionale presidi.
Sogliano ha una storia per forza di cose legata alla vicina ed influente Soleto ma ha saputo costruirsi, grazie anche ai suoi illustri feudatari (su tutti i del Balzo Orsini), una costante voglia di autonomia che dice indubbiamente lo spirito forte di questa comunità.
Del tutto non trascurabili, continuando il nostro giro, i beni storico-artistici della graziosa Sogliano Cavour. Appare insieme barocca e neoclassica la chiesa madre, consacrata a San Lorenzo (siamo nel XV secolo), fascinosa e principale ‘meta’ religiosa del paese. Risale poi al ‘600 il monastero degli Agostiniani, piena epoca della cosiddetta Controriforma. Un importante monastero agostiniano c’è anche nella vicina Melpignano, la ormai celebre città della Notte della Taranta (ma alcuni eventi spesso hanno luogo anche proprio nella nostra Sogliano).
Importante ed antico, poi, il palazzo baronale, risalente già al 1100. Ecco poi la chiesa delle Anime Sante del Purgatorio, edificio che sorge su vecchie grotte basiliane dedicate a San Trifone, un santo dal nome curioso e venerato anche nella più meridionale Alessano (la città di don Tonino Bello) e nella barese Adelfia (qui una famosa festa religiosa). I basiliani sono molto probabilmente più che passati dai territori dell’odierna Sogliano, in fuga dall’Oriente per la lotta anti-iconoclasta, lasciando di sicuro tracce ancora oggi interessanti. Un qualcosa che si ripete per molti centri del Sud, specie delle Puglie, ma cui la più recente critica storiografica sta attribuendo il giusto e più filologico ruolo.
Sogliano, 4000 abitanti circa, è insomma uno dei tanti centri tranquilli del Sud, della Puglia, del Salento. Con una storia anche più antica di quel che abbiamo raccontato sinora. Il Salento, come noto, è anche terra di strutture megalitiche, testimonianze di civiltà alle origini della cultura, genti ancestrali la cui testimonianza e permanenza segnano profondamente questo territorio. Si pensi al Parco di Giurdignano, già da qualche tempo meta apprezzata per studiosi, appassionati e turisti.
A Sogliano Cavour resiste il menhir Pilamuzza, lascito di queste civiltà e dei loro riti. Una comunità attiva, un sindaco entusiasta e volitivo. Sogliano c’è e aspetta visitatori anche perché, come noto, il Salento non è solo mare ma anche aree interne, borghi, centri che tanto hanno da dire e raccontare. Nella semplicità, senza particolari clamori. Come Sogliano.