Tra acqua e terra la fiera e industriosa Terni

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Nella conca ternana sorge la più grande necropoli dell’Europa meridionale

L’Umbria, terra quieta di santi e leggende, custodisce nell’antica Interamna Nahars, oggi nota come Terni, il cuore di una comunità da sempre divisa tra due elementi: acqua e terra. Il gonfalone del capoluogo ternano riporta infatti cinque onde argentate, simbolo dei fiumi che attraversano la zona, e tre api dorate, allegoria dell’operosità dell’antichissimo popolo ternano. Lo stesso nome latino di Terni indica la popolazione che vive tra due fiumi, il Serra e il Nera, luogo del primo nucleo abitativo della città.
A testimonianza dell’antichissima storia delle popolazioni stanziatesi nell’Umbria sud-orientale anche la scoperta della necropoli dei Naharki, avvenuta in occasione della costruzione dell’Acciaieria di Terni nel 1884. Gli archeologi portarono alla luce la più grande Necropoli dell’Europa meridionale, oltre 2.000 tombe, e una quantità di reperti attestanti usi e costumi di una società già molto articolata che prestava grande attenzione ai riti funebri. Un ritrovamento grazie al quale l’archeologo tedesco Hermann Müller-Karpe tracciò tre distinte fasi cronologiche della cultura preromana ternana. La cultura, o facies, di Terni venne poi integrata dallo storico Renato Peroni, che delineò con precisione la complessità, già in epoche risalenti, del culto dei morti in Umbria sud-orientale. Una testimonianza che rende ancora ai giorni nostri la cultura ternana una delle più importanti dell’Italia protostorica. Come sa bene l’attuale amministrazione cittadina, guidata dal sindaco Leonardo Latini e dal presidente del Consiglio comunale Francesco Maria Ferranti, che da sempre si è impegnata nella valorizzazione identitaria di Terni.
Oggi la città dei morti dei Naharkiè nota come la “Necropoli dell’acciaio” per la vicinanza quel santuario del boom industriale che si apprestava ad essere e che poi è sfiorito con la fine della seconda guerra mondiale a causa delle dismissioni belliche: tra il 1947 e il 1952 persero il lavoro circa cinquemila operai. Oggi le Acciaierie sono ancora in attività e le alterne vicende dell’impianto sono diventate quelle di tutta la comunità, tanto da aver dato vita a un archivio con oltre 100.000 fotografie al quale la Soprintendenza archivistica dell’Umbria nel 2008 ha riconosciuto un notevole interesse storico. La commistione tra cultura ed eredità industriale esistente a Terni è testimoniata anche da una istallazione artistica: una vera pressa da 12.000 tonnellate posizionata di fronte alla stazione ferroviaria, luogo d’arrivo dei pellegrini che giungono nel capoluogo di provincia per iniziare il loro percorso sulle vie dei protomartiri seguaci di San Francesco d’Assisi. Oltre ai sentieri e ai monumenti di archeologia industriale Terni è il punto di partenza privilegiato per visitare anche siti come l’Anfiteatro Fausto del 32 d. C. e la città romana di Carsulae. Nel cuore degli umbri però un posto privilegiato è occupato dalle bellezze naturali presenti nel territorio verde della conca ternana, dalle cascate delle Marmore, tra le più alte d’Europa, alla Valserra. Si tratta di veri e propri musei a cielo aperto capaci di tramandare, a chi è in grado di ascoltare, l’essenza del popolo gentile e industrioso di Terni.

M.M.

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