Un Dio sorge: il panismo magico di Agostino Arrivabene

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Agostino Arrivabene, “Zeus sorgivo splendente di radianza”, olio su legno, cm 43x38, 2017
Agostino Arrivabene, “Zeus sorgivo splendente di radianza”, olio su legno, cm 43x38, 2017

Potente sorge la vita dalla terra, da essa si sradica; splendente anche il più potente tra gli dei, Zeus, nipote del cielo, figlio del tempo, si erge dal magma ctonio, nasce e fa nascere, feconda e si feconda, in una sublime metamorfosi, perfetto inestricabile connubio tra natura e umanità. Questa è la forza del mito, svelare le cose adombrandole; il mito carne-viva di conoscenza e sapienza dentro la quale scava un pittore raffinato e colto come Agostino Arrivabene, per cui antico e contemporaneo sono la stessa cosa, capace anche in una piccola tavola, di pochi centimetri, di restituirci la bellezza dell’apparizione, cioè l’immediata comprensione della divinità, presa pur di spalle, nella sua maestosità salvifica: una sorta di paganesimo ricercato, il suo, di panteismo esibito, per meglio dire di panismo magico, di quando il simbolo, prima del logos e della scienza, era il solo farmaco che guariva le coscienze degli uomini dall’oscurità del male.