Una città aperta che diventa villaggio sportivo

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Oltre ad essere il coordinatore per Milano e Provincia di CulturaIdentità, da anni ho il piacere di dirigere lo Sporting Milano 3, struttura unica nel suo genere che sorge nel cuore di Basiglio. Lo sport è salute, la salute è benessere, il benessere, fisico e mentale, è lo status felice ed armonico della propria esistenza. In queste parole si riassume la filosofia dello Sporting, che attraverso molteplici attività ed eventi cerca di valorizzare e promuovere al massimo e al meglio l’importanza della pratica sportiva. Tutto ciò si inserisce perfettamente nel progetto polivalente di città identitaria, perché lo Sport è una componente essenziale per lo sviluppo psicofisico dell’essere umano, ricoprendo un ruolo determinante nella nostra cultura, sociale e familiare, grazie alla sua funzione educativa.

Lo sport sviluppa sia le capacità fisiche che psichiche dell’individuo. Fa parte della cultura della società in cui si manifesta e ha il potere di farci sentire vivi, divenendo uno strumento d’incontro con se stessi e con gli altri.

Il progetto delle domeniche identitarie vuole raccontare lo sport a 360 gradi facendo conoscere anche discipline considerate di nicchia come la scherma,il rugby, il golf, il triathlon, ma anche il mondo del mental coaching, della pratica ginnica per i disabili, cosi come l’annosa tematica delle carenze di infrastrutture per allenarsi. Nella domenica sportiva identitaria il Comune aprirà tutti suoi spazi, coinvolgendo anche le infrastrutture private del territorio, organizzando iniziative sportive pratiche e formative, con l’apporto di grandi campioni che presenzieranno e che racconteranno le proprie esperienze.

Al centro l’importanza del gioco di squadra per i ragazzi: vivere lo spogliatoio è una delle esperienze sociali più divertenti ed educative che si possano avere in giovane età. Si condivide insieme il gioco e l’ansia della gara, si assiste ai miglioramenti dei compagni di squadra, si perseguono gli stessi obiettivi. Tutti sono utili e nessuno indispensabile.

Sono fermamente convinto che educazione e sport siano un binomio fondamentale, ragione per cui dal punto di vista economico, l’accessibilità all’attività sportiva non può essere a vantaggio solo di pochi, perché i momenti aggregativi che lo sport riesce ad esprimere diventano spesso una vera e propria àncora di salvezza per molti ragazzi delle aree più disagiate. La straordinaria storia di riscatto sociale della neo campionessa del mondo di pugilato Irma Testa, già raccontata nel numero di febbraio di Culturaidentità, è emblematica.

La Domenica dello Sport che prenderà vita nel comune identitario avrà come obbiettivo primario quello di sensibilizzare adulti e ragazzi sulla grave problematica della sedentarietà, il cui costo sanitario all’Italia è di circa un miliardo di euro all’anno. Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità l’inattività sportiva è causa del 9% delle malattie cardiovascolari, dell’11% dei casi di diabete di tipo 2, del 16% dei casi di tumore al seno e del 16% dei casi di tumore al colon-retto. L’Osservatorio Valore Sport promosso da The European House-Ambrosetti ha quantificato in 3,8 miliardi di euro il costo sanitario annuo della sedentarietà in Italia, inteso come somma di costi diretti e indiretti, con un’incidenza sul totale della spesa sanitaria pubblica e privata del Paese pari all’1,7%.

Come gesto attivo di contrasto alla sedentarietà, la domenica sportiva di CulturIdentità lancerà un duro messaggio conto l’uso smodato dello smartphone, un fenomeno oramai fuori controllo, dove questi dispositivi inducono la popolazione giovane non solo verso un’eccessiva staticità fisica ma anche a non socializzare più di persona, con tutte le conseguenze psicologiche che ciò comporta.

Da qui nasce la sempre maggiore importanza del mental coaching. Purtroppo la psicoterapia è ancora considerata come la cura di una malattia, invece che un percorso di sostegno, di conoscenza di se stessi. La questione dell’abuso dei social, da cui ne scaturisce una sorta di dipendenza e di subdolo condizionamento per i nostri ragazzi, può trovare argine efficace nello sport.

La domenica sportiva studiata ed organizzata da CulturaIdentità vedrà anche la presenza di tavole rotonde per promuovere l’associazionismo (ASD e SSD) e per incentivare i comuni a sostenerle con investimenti mirati atti a costruire nuovi impianti o a supportare quelli già esistenti sul territorio, generando così esternalità positive a livello sociale ed economico. Chi pratica uno sport attiva una molteplicità di filiere industriali che vanno dalle società e dalle associazioni che erogano direttamente il servizio sportivo ai produttori di abbigliamento, attrezzature e accessori, dagli organizzatori di manifestazioni, eventi, gare, al turismo sportivo, fino al settore dei media.
Vorrei chiudere “aprendo” una finestra sull’etica nello sport, ma non tanto per filosofeggiare sul comportamento umano di fronte ai due concetti del bene e del male, anche perché chi parla di etica, di solito, non ne pratica i precetti, bensì per esaltare il nobile gesto di una giovane schermitrice italiana, che il valore dell’etica lo ha espresso nei fatti. Durante la finale di una gara di scherma, Gaia Traditi incorre nella distorsione della caviglia e non è più in grado di competere alla pari. L’altra finalista, Emilia Rossatti, è sotto di tre stoccate, però mancano 17 secondi, abbastanza per rimontare un’avversaria inerme. Ebbene, invece di attaccare l’avversaria con la sua spada sguainata, Emilia indietreggia e aspetta il suono della sirena per consegnare a Gaia la vittoria con un abbraccio pieno di lacrime da entrambe le parti.
Nel comportamento etico di Emila risiede l’essenza dello sport: il successo non è tutto e la rinuncia per un valore morale superiore, soddisfa qualcosa di più profondo ed appagante. Vincere male è peggio di non vincere! Emilia ti aspettiamo come ospite d’onore alla prima domenica sportiva identitaria di Basiglio!

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