Salone del libro: tra le polemiche ci finisce suo malgrado anche Tolkien. E grazie ai Wu Ming.

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La 32a edizione del Salone del Libro di Torino che tra pochi giorni aprirà i battenti è, suo malgrado, al centro di un acceso dibattito su chi dovrebbe parteciparvi e chi, a detta di alcuni, starne fuori. Tutto parte dalla non confermata notizia della presentazione del libro-intervista Io sono Matteo Salvini di Chiara Giannini edito da Altaforte, la casa editrice indicata come vicina al movimento CasaPound, con la presenza dello stesso ministro. Basta poco, le voci prendono piede e così fioccano le accuse di “fascismo” sui social e, a seguire, l’intervento del direttore Nicola Lagioia che chiarisce, in nome dell’intero comitato editoriale, che non ci saranno politici a presentare i loro libri. Tutto chiarito? Non proprio se, poco dopo l’intervento di Lagioia, arriva il post scritto a titolo personale da uno dei consulenti del Salone, Christian Raimo, il quale ritiene che “Le idee neofasciste, sovraniste sono la base per l’ideologia della forza maggioritaria di governo.” Arrivando anche a fare nomi e cognomi, “Alessandro Giuli, Francesco Borgonovo, Adriano Scianca, Francesco Giubilei, etc… tutti i giorni in tv, sui giornali, con i loro libri sostengono un razzismo esplicito”. Il post di Raimo è benzina sul fuoco che fa intervenire giornalisti come Nicola Porro a difesa di collaboratori e colleghi coinvolgendo Lucia Bergonzoni, sottosegretario al MIBAC, che annuncia il suo intervento presso i competenti uffici ministeriali. Risultato: Raimo si dimette da consulente del Salone, “per proteggere il Salone dalle polemiche”, e il Comitato d’Indirizzo che coordina le attività organizzative del Salone, e del quale Lagioia fa parte, che ricorda l’articolo 21 della Costituzione che garantisce a tutti la libertà di pensiero e di espressione e ribadisce che tocca alla magistratura giudicare chi “persegua finalità antidemocratiche. È pertanto indiscutibile il diritto per chiunque non sia stato condannato per questi reati di acquistare uno spazio al Salone e di esporvi i propri libri”. Di fatto confermando la presenza dello stand della casa editrice Altaforte. Capitolo chiuso e via alle danze, seppure letterarie, del Salone del Libro. Macché! Passano poche ore dall’annuncio del Comitato d’Indirizzo e dalle dimissioni di Raimo, ed ecco la notizia lanciata dal collettivo di scrittori bolognesi Wu Ming: “Noi non andremo al Salone del Libro. Annunciamo che la presentazione è annullata”. Motivazione: “A Torino si è compiuto un passo ulteriore nell’accettazione delle nuove camicie nere sulla scena politico-culturale italiana. Accettazione che da anni premia soprattutto i fascisti di Casapound, sempre intenti a rappresentarsi come “carini e coccolosi.”

La “fatica” che doveva esser presentata non è però l’ultimo libro curato dal collettivo, Proletkult (Einaudi), ma la raccolta di dieci scritti, già pubblicati altrove, Il fabbro di Oxford (Eterea), di Federico Guglielmi, il Wu Ming 4 di quel che ormai è un minicollettivo che partito in 5 ora si ritrova in 3. A non esserci con una propria presentazione, dunque, sarà uno dei tre anche se l’annuncio è corale (ne restavano due e non previsti in programma!) alla luce dalla scelta, ovvia, del Comitato d’Indirizzo ma soprattutto dopo le dimissioni di Raimo, il “collega scrittore” che riceve dai Wu Ming la solidarietà “per la campagna d’odio che sta subendo”. Nulla quaestio, ovviamente, ognuno è libero di scegliersi il “collega” che vuole e di difenderlo anche se questi pubblica un post (discutibile) ed è talmente convinto di essere nel giusto che poco dopo lo cancella pensando che nessuno lo abbia salvato o condiviso. Lo stesso, però, che si dimette da consulente del Salone, ma annuncia comunque che ci sarà e terrà tutti gli incontri previsti in programma per buona pace del wuminghiano “mai condividere alcuno spazio o cornice coi fascisti”.

Tornando al tema della mancata partecipazione: dell’assenza di Guglielmi-WM4 i partecipanti al Salone se ne faranno una ragione, spiace che, ancora una volta si tiri la figura di Tolkien, l’autore del Signore degli Anelli, in battaglie politico-ideologiche del tutto personali. A Torino ci sono i “fascisti” (?), Io (Guglielmi-Wu Ming 4), annuncio apertis verbis che non vado con il “mio” Tolkien perché non deve stargli accanto (nello stand per la vendita sì, pero!) in linea con quello che da qualche tempo – per la verità dopo l’uscita della prima trilogia cinematografica – faccio per strapparlo dalle “grinfie” degli stessi “fascisti”. Ricordiamo di un “memorabile” incontro sul “Tolkien Antinazista” (come se ci fosse bisogno di sottolineare una disarmante ovvietà) dove intervenne, nel febbraio 2011, lo stesso Guglielmi-WM4 assieme a Roberto Arduini, giornalista dell’Unità e attuale presidente dell’Associazione Italiana Studi Tolkieniani (AIST), organizzata a Roma dalla RASH (Red and Anarchist Skin Heads). Ergo, l’occasione è stata ghiotta per chi si è autoproclamato difensore di un autore che appartiene a tutti, approfittando che anche per promuovere (involontariamente?) una raccolta su Tolkien che non lascerà, comunque, nessun segno negli studi tolkieniani. Ci si sbaglia? Forse, però appare strano che Wu Ming non annunci il ritiro delle proprie opere dallo stand delle Einaudi (che probabilmente, visto l’accaduto, ne aumenterà il numero in vendita), che apparirebbe scelta più logica e in linea con il “non andremo”. L’assenza nello stand Einaudi sarebbe stata più coerente con il passaggio: “non abbiamo intenzione di condividere alcuno spazio o cornice coi fascisti. Mai accanto ai fascisti”. “Accanto” s’intende anche nello stesso spazio espositivo. E invece no, la scelta è mirata: a non esserci sarà la sola conferenza di Guglielmi sul suo J.R.R. Tolkien. Il fabbro di Oxford edito dalla neonata casa editrice Eterea. Un volume che comprende, tra i dieci scritti, “Lúthien e le altre: i personaggi femminili nel mondo di J.R.R. Tolkien”, il testo della Lectio Magistralis tenuta dallo stesso Guglielmi durante l’edizione 2017 del Salone e che ci si augura sia stato riveduto e corretto di quegli errori che in tanti notarono al punto da spingere l’AIST, che assieme a Loredana Lipperini promosse quell’intervento, ad ammettere, qualche giorno dopo sul proprio sito web, che: “Wu Ming 4 ha detto una cosa inesatta circa la triste sorte di Arwen […] L’equivoco è stato dovuto a un’interpretazione errata del passaggio succitato e Wu Ming 4 non può che scusarsene. […] Ringraziamo per la segnalazione, che tornerà utile per l’eventuale pubblicazione”. Si potrebbe sostenere che il libro pubblicato da Einaudi è dell’intero terzetto collettivo mentre la presentazione del solo Guglielmi. Bene. Per coerenza, anche la stessa AIST dovrebbe rinunciare a esser presente al Salone con un suo stand giacché il Guglielmi ne è socio fondatore e attivo animatore e che ad essa, è collegata la casa editrice Eterea che gli pubblica il libro. Sara così? No, perché l’AIST, dopo aver espresso solidarietà a Raimo, sul suo profilo facebook scrive: “vogliamo solo precisare che noi saremo comunque presenti al Salone con il nostro stand; a essere annullata è solo la presentazione.” Saranno presenti con lo stand e con il libro di Guglielmi ben in vista per essere venduto. Per buona pace della coerenza e del “Noi riteniamo che i fascisti vadano fermati e, metro dopo metro, ricacciati indietro”… giusto lo spazio per esporre e vendere i libri.

 

Piccola postilla sulla libertà di espressione secondo Federico Guglielmi (Wu Ming 4).

Ricordiamo che lo scorso mese di ottobre, lo stesso Guglielmi, intervenne sull’opportunità di ospitare un incontro su Tolkien in una sede Arci di Bologna tenuto da due giovani studiosi tolkieniani, Gianluca Comastri e Giovanni C. Costabile. All’intervento di Guglielmi seguì la cancellazione dell’incontro dalla sede Arci ad altra sede, e diverse polemiche raccontate da Gianfranco de Turris in un articolo pubblicato su Il Giornale dal titolo Maoisti e compagni censurano il dibattito sulla Terra di Mezzo. (http://www.ilgiornale.it/news/spettacoli/maoisti-e-compagni-censurano-dibattito-sulla-terra-mezzo-1593328.html)