«Promuovo la cultura digitale accessibile e trovo soluzioni per PMI, associazioni e professionisti»

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Marco Mazzitti ci racconta un ecosistema di applicazioni innovative e sostenibili

Marco Mazzitti è un imprenditore digitale che – insieme a Gabriele Di Edoardo – ha messo in campo una startup che in pochi anni è cresciuta sensibilmente, fino a diventare un punto di riferimento per l’innovazione dei servizi digitali dedicati alle PMI. L’idea vincente di Alias Digital è un «ecosistema» di software online facili da utilizzare e pronti all’uso, che impattano positivamente (e senza inutili complicazioni) sul business di PMI, professionisti e attività commerciali.

Il digitale è ormai un fattore determinante per le PMI e per tutte quelle piccole realtà che rappresentano la spina dorsale dell’economia italiana. Come opera Alias Digital per dare supporto alla competitività di questo tessuto di imprese?

Abbiamo sempre pensato che le PMI dovessero competere su un mercato nazionale e internazionale (grazie all’online) allo stesso livello di aziende di dimensioni più grandi. Per fare questo, però, sarebbero dovute diventare più efficienti e più snelle appoggiandosi alle nuove tecnologie digitali.

Queste realtà andavano, quindi, supportate in una transizione digitale non per tutti semplice e scontata, tantomeno immediata. Per Alias Digital il punto di svolta è stato nel 2019, con l’introduzione della fattura elettronica obbligatoria. Ci siamo resi conto sin da subito che questa «rivoluzione» avrebbe impattato notevolmente sulle piccole/medie realtà. Con una startup, allora focalizzata su un solo prodotto di fatturazione elettronica e conservazione, abbiamo realizzato il primo software online che poi sarebbe diventato parte di un vero e proprio ecosistema digitale.

Quali sono stati i fattori di successo di questa prima soluzione?

Credo che sia stato fondamentale immedesimarsi nel potenziale utente, disorientato da soluzioni costose e complesse, da prodotti sovradimensionati rispetto alle reali esigenze di una certa fascia di impresa: micro e piccole-medie imprese, ma anche studi professionali, negozi e artigiani… Tutti si sono ritrovati a dover modificare le proprie abitudini nella gestione delle attività e spesso è stato fondamentale il consiglio di un consulente esterno, per esempio il commercialista. Ci siamo quindi confrontati con i professionisti del settore consulenziale e insieme abbiamo lavorato a soluzioni digitali alla portata di tutti. Ad oggi, gestiamo oltre 120 mila clienti attivi, 250 milioni di fatture e 300 milioni di documenti conservati in sicurezza.

Perché la scelta del cloud e come vi differenziate dagli altri?

Un software in cloud è un’applicazione sempre disponibile, accessibile da ogni dispositivo, che possiamo aggiornare automaticamente e in tempo reale. Non richiede installazioni sull’hardware del cliente, si presta facilmente alla fruizione e, nel nostro caso, garantisce massima sicurezza grazie agli altissimi standard applicati dai nostri server italiani. Ultimo non ultimo, il vantaggio economico per l’utente, che può scegliere soluzioni validissime senza dover investire risorse fuori scala.

L’approccio al digitale è anche un fattore generazionale?

Decisamente. Noi ci rivolgiamo a diverse generazioni: dagli over-55 ai Primi Digital Adopters (1965-1979), dai Millennials (1980-1998) fino alla Generazione Z (1995-2010). Sono proprio queste due ultime generazioni a richiedere sempre più prodotti e servizi che provengono da brandetici e trasparenti, che vendono per ottenere un risultato economico, ma al tempo stesso si adoperano per essere sostenibili, non solo ecologicamente, ma anche socialmente.

Le nuove generazioni esigono un impegno da parte dell’azienda in progetti sociali o no-profit, ma anche un corretto rapporto qualità prezzo, un’assistenza disponibile e puntuale, recensioni positive da parte di altre persone e vanno oltre la «facciata» della comunicazione commerciale.

Quale potrebbe essere il ruolo dei Comuni nella diffusione del digitale?

Le amministrazioni comunali potrebbero giocare un ruolo fondamentale per diffondere la cultura digitale nel tessuto territoriale delle PMI, agevolando colloqui tra associazioni, fondazioni, esperti di settore e PMI stesse. Potrebbero agevolare percorsi formativi sulle competenze, che le micro e piccole-medie imprese possono acquisire mediante l’utilizzo di soluzioni digitali idonee a snellire i propri processi gestionali, sia interni che esterni.

Altri fattori di successo del vostro modello di business?

Visione del mercato, capacità di scomporre problemi complessi in soluzioni semplici, attenzione all’innovazione e allo sviluppo digitale, compresa l’IA.

Ecco appunto, come vede l’avvento dell’intelligenza artificiale?

Più che di avvento, si tratta di una realtà in continua crescita. Per noi l’IA è un modo nuovo di approcciare alcune attività che fanno parte della quotidianità lavorativa (l’IA, ad esempio, ci permette risposte in tempo reale verso il cliente) e di migliorare l’efficienza interna automatizzando attività ripetitive, ricorrenti e divoratrici di tempo.

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