
“Diffidate da chi vuol fare propaganda….”. Neanche il tempo di finire la frase. Da lì in poi deve gridare al microfono per emergere bocconi dalla selva di trombette da stadio, fischi e buuuu dei dipendenti dell’ex Ali-Taglia, già Alitalia, ora Ali e poi magari dopo le ali neanche i motori, in piazza San Silvestro a Roma per chiedere l’intervento del Governo. “Io sono orgoglioso di aver fatto l’Alitalia pubblica!”, grida mentre i decibel dall’altra parte salgono come a un concerto dei Manowar. ‘Gnà fà, direbbero appunto a Roma, dove il candidato sindaco Gualtieri cerca di sviluppare il concetto: “siamo al fianco dei lavoratori in questa battaglia!” e partono i “buffone!, buffone!”. Gino Giugni al confronto aveva fatto un viaggio in prima classe. Altra spiaggia e altro mare ma stesso uditorio (lavoratori e sindacati) per Michetti, che parla e sembra un relatore a un convegno di politica industriale (quella che manca all’Italia da quando negli anni 90 iniziò lo smembramento): “Era un capitale umano straordinario che tutti ci invidiavano e forse è proprio per questo se qualcuno ha avuto l’idea di spolpare questa azienda. Se vogliamo rilanciare il turismo di Roma non possiamo prescindere da una compagnia di bandiera all’altezza!”. Tu dagli torto se puoi.