C’è un’Italia assistita e una che fallisce

5
Foto di WikiImages da Pixabay

Di fronte alla pandemia si confrontano due Italie: quella composta da impiegati pubblici, insegnanti e docenti universitari, pensionati, imprenditori assistiti, del digitale e della grande distribuzione, percettori del reddito di cittadinanza parassitario, vuole il lockdown che (al momento in cui scriviamo) temiamo otterrà. Chiamiamo questa l’Italia assistita. C’è poi un’altra Italia, molto più polimorfa, composta da imprenditori, soprattutto piccoli e medi, operai, commercianti nelle più diverse sfere, ristoratori, liberi professionisti, che dal secondo lockdown sarà definitivamente uccisa. Chiamiamo questa l’Italia dei produttori, perché la gran parte del prodotto interno lordo viene da loro. Qualcuno, sulla stampa americana, ha parlato di nuova lotta di classe: i padroni di una volta sarebbero pro lockdown, i lavoratori contro. Ma non è esattamente cosi: imprenditori si trovano da una parte e dall’altra, cosi come lavoratori a basso reddito sia nel campo dell’Italia assistita che in quella dei produttori. Come spiega al “Wall Street Journal” del 24 ottobre l’epidemiologo Martin Kuldorff, uno dei promotori dell’appello di Barrington degli scienziati contro il lockdown, questo è “il peggior assalto alla classe operaia in mezzo secolo”, perché finisce per proteggere “studenti e professionisti – banchieri, giornalisti, professori universitari – che di norma riescono a lavorare da casa”, mentre i blue-collar non possono, compresi coloro che dopo i sessant’anni sono a rischio di mortalità.
Resta il fatto che il conflitto tra le due Italie è economico e sociale, ma anche culturale: è ovvio che la mentalità del lavoratore pubblico o dell’insegnante o del professore universitario, tutti ultra garantiti, registri minor sensibilità verso la violazione della libertà individuale di chi invece ha dovuto sfruttare la propria libertà e intelligenza per vivere e magari per arricchirsi.
Non vogliamo certo ritenere che la vera Italia sia quella dei produttori: purtroppo, anche l’assistenzialismo, il chiedere protezione allo Stato, l’affidarsi al tiranno più o meno democratico di turno, fa parte della identità italiana, un tratto caratteriale che noi definiremo “questurinismo”, sorta di autoritarismo burocratico e poliziesco che caratterizza l’Italia fin dai tempi dell’Unità e che trova nel regime fascista la sua forma più compiuta – a dispetto della ideologia eroica che lo animava.
Ma l’Italia che oggi difende maggiormente la Nazione è quella dei produttori: è questa ad essere legata al territorio, che lavora, che ne rappresenta la specificità e la ricchezza, ed è questa Italia che sa quanto sia folle imporre misure in base alle quali per cui il lockdown dovrebbe essere applicato in Molise, con pochissimi contagiati, allo stesso modo che nelle aree più colpite, ammazzando cosi i pochi produttori molisani.
Sarebbe facile concludere scrivendo che l’Itala assistita è rappresentata dalla sinistra e dal governo e quella dei produttori dalla opposizione. Purtroppo non è cosi, come si è visto con le decisioni prese dalle Regioni amministrate da governatori leghisti, spesso ancora più drastiche di quelle del governo. L’Italia dei produttori attende ancora una sua voce in politica. C’è qualcuno che vorrà raccogliere il suo grido di dolore?

SOSTIENI LA NOSTRA VOCE LIBERA

______________________

5 Commenti

  1. visto che solo gli anziani come me,sono le persone che devono stare attente,preparate posti letto negli alberghi per gli ammalati con sintomi leggeri,assumeti tutti gli studenti nelle specialità di medicina da affiancare a medici qualificati per queste strutture.liberate almeno un ospedale che non diventino tutti covid per operazioni che non possono essere rinviatee riaprite tutto quello che può essere aperto.
    una sola persona deve essre autorizzata a dire la verità su rai 1.
    tutte le trasmissioni tv devono parlare senza spaventare etcc…
    qualche anziano non produttivo può spiegarvi che la verità è la cosa che tranquillizza di più

  2. Purtroppo “l’ Italia che produce” non è in grado di produrre un organo rappresentativo. Che dico, nemmeno un consorzio, un’ associazioncina, un club. I passati esperimenti hanno visto i cosiddetti “rappresentanti” passare al nemico in cambio di qualche spicciolo (a volte alche tanti) e da “incendiari” divenire “Pompieri”, Sarà anche colpa della teoria di Michels (https://it.wikipedia.org/wiki/Legge_ferrea_dell%27oligarchia) ma c’ è di che perdersi d’ animo. Tuttavia la fame dà coraggio ai lupi del branco. Chissà….

  3. Ce n’è anche una terza ,quella degli statali che anzi preferiscono starsene comodamente a casa tanto paga pantalone,quando verrà il momento che non ci saranno soldi per nessuno allora arriverà la notte dei lunghi coltelli e forse vedremo un’Italia davvero unita

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

due + 2 =