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Si può raccontare la storia della musica classica in modo leggero e abbordabile per tutti i lettori? Secondo Beatrice Venezi, direttore d’orchestra classe 1990, sì: lo ha dimostrato con il suo ultimo libro, L’ora di musica. Un invito alla bellezza e all’armonia (Utet, pagg. 160, euro 16), un testo dall’intento didattico e divulgativo che racconta la musica del passato spiegando come questa è, in realtà, molto pop e attuale: l’autrice parte da Astor Piazzolla per poi proseguire con i violini cremonesi di Stradivari e Guarnieri, la nascita della scrittura, il tour italiano di Mozart, l’”istrionico scorbutico” Rossini, la polifonia, la storia del pianoforte, Giuseppe Verdi, l’esperienza dei castrati, la “spregiudicata modernità” di Puccini, i balletti russi, il ruolo del direttore d’orchestra, John Cage, la musica elettronica. L’ora di musica si presenta come una sorta di raccolta di brevi “lezioni” che hanno come finalità quella di rinverdire il pubblico della musica classica, sempre più spesso vista con distacco e timore reverenziale.

Invece no: secondo la Venezi la musica classica è il migliore specchio della società, compresa quella odierna, a partire dall’osservazione del funzionamento di un’orchestra. Si legge, infatti, nel libro: “L’orchestra è un organismo composto da una moltitudine di elementi che in un preciso momento si trasforma in un’entità unica, singolare. Non importa il numero di questi elementi, in quel frangente le individualità sfumano nel collettivo, tutte convergono verso l’unità. E tutti suonano la stessa musica? Non esattamente: ciascuno ha la sua parte, piccola o grande; ciascuno il suo contributo da portare alla bellezza dell’esecuzione”. L’orchestra dunque è uno specchio della società: è come se il neo premier Giorgia Meloni fosse, oggi, la Beatrice Venezi della politica; e viceversa. Particolarmente illuminanti sono le riflessione del direttore sull’insegnamento della musica nelle scuole: il flauto, strumento spartano e che non è in grado di riprodurre l’armonia, non rappresenta il mezzo adatto all’educazione musicale dei bambini, molto meglio sarebbe tornare al canto corale e all’educazione all’ascolto. Nulla di più vero. Con L’ora di musica si comprende appieno quanto quelle pagine classiche, magari lontane nel tempo, siano ancora oggi contemporanee così come lo furono allora. È per questo che la musica classica non ha età ed è sempre contemporanea, basta solo saperla leggere.