Articolo pubblicato sul giornale.it
Con i suoi millecento fogli manoscritti, Londres, uscito in Francia per Gallimard, è il testo di maggiore lunghezza dell’insieme degli inediti di Louis-Ferdinand Céline rocambolescamente riapparsi durante l’estate del 2021.
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Londres è il seguito immediato di Guerre, ma può essere considerato un libro a sé stante, poiché la sua trama e i suoi personaggi hanno una loro unicità, che nasce soprattutto dall’ambiente urbano di questo romanzo. L’ambientazione rimanda il lettore a un’altra opera di Céline, forse la sua più immaginifica e picaresca, ossia Guignol’s Band, e lettori e critici letterari si sbizzarriranno nel trovare similitudini e differenze. Londres, scritto prima di Guignol’s Band – questo secondo il curatore Régis Tettamanzi e l’équipe che sta curando per Gallimard la pubblicazione degli inediti, che include Pascal Fouché, Henri Godard e l’avvocato François Gibault – è un testo ricco di sfaccettature e di avventure, in pieno stile céliniano: il prosieguo della storia d’amore iniziata in Guerre del protagonista Ferdinand con una ondivaga prostituta, papponi e informatori, personaggi stravaganti e ancor più stravaganti parapiglia, una ballerina americana – un ispirato cameo della Elizabeth Craig amata dal dottor Destouches? – che salva dalla disperazione il protagonista Ferdinand, e ancora eccentrici aristocratici inglesi, una famiglia di lanciatori di coltelli, il Re Krogold che irrompe nel bel mezzo del romanzo, e il primo gatto nell’opera di Céline, ben prima del famoso Bébert.
La capitale britannica è uno dei personaggi principali del romanzo, ma è descritta da tocchi impressionistici, spiega Tettamanzi nella prefazione. Non vi sono le lunghe descrizioni di situazioni e luoghi tipici della topografia londinese di Guignol’s Band, ma una miriade di sottili, fugaci notazioni, a volte poetiche, a volte realistiche, che costruiscono gradualmente il contesto urbano. Così il lungofiume è dove «si sentono le sirene nel Tower Bridge chiamare, passando, la gente del Tamigi. Questo è l’Embankment, il molo di tutte le pene, a filo dell’acqua tenera e fragile», e, più avanti, «il Tamigi è bello. È la notte del mondo, quella che scorre sotto i ponti. E si levano come braccia perché passi». Il protagonista Ferdinand è anche sensibile all’animazione dei rioni della città: «Le strade cambiavano veloci in quei giorni, da una settimana all’altra. Nuove abbondanze d’altre ricchezze si aggiungevano senza posa nei negozi dei quartieri, in gran sfoggio di luci e colori», e alla loro bellezza, come quella di Chelsea: «insomma un lungofiume poetico e brumoso, in blu, su fondo grigio».
Per Tettamanzi il manoscritto di Londres – suddiviso da Céline in tre insiemi, intitolati Londres I, II e III – è una prima bozza, alla pari di Guerre. Vi sono un certo numero di correzioni, ma non importanti riscritture di intere sezioni del testo: Céline rilegge, aggiunge e rimuove elementi, e in questo senso Londres ci permette anche di valutare, e di misurare in senso quasi tecnico, il tremendo lavoro che rappresenta per Céline il passaggio da una versione iniziale a una stesura che considera definitiva.