I beni culturali sono tesori non luoghi di contagio

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Da un anno, cultura e turismo hanno avuto un colpo di grazia in Italia: i musei, i cinema e i teatri, con annessi tutti i luoghi adibiti al turismo culturale ed enogastronomico sono chiusi. In Veneto la situazione non è diversa. In questo frangete la classe dirigente nazionale si è mostrata incapace di gestire una pandemia, evidenziando una attitudine scevra da ogni visione lungimirante e coraggiosa. L’attuale situazione è dovuta a molteplici fattori, tra i quali l’assenza di una solida ossatura culturale e spirituale, elementi essenziali per la politica intesa nella sua accezione più nobile. L’uomo, e in particolare il politico, dovrebbe emergere proprio nelle situazioni avverse.
I luoghi della cultura, che sono da sempre sicuri, oggi sono diventati spazi ad alta pericolosità: il tutto mentre si permette lo svolgimento del campionato di Serie A. Una adeguata politica culturale e turistica comporta benefici economici in tutti i settori della società, e i dati parlano chiaro: il Veneto è da molti anni al primo posto come regione a maggior influsso turistico, ed è questo il settore economico più prospero attirando circa 14 milioni di turisti all’anno. Come dimostrano i numeri, se la cultura e le imprese del turismo avessero continuato a lavorare, con tutte le precauzioni del caso, ne avrebbe giovato l’economia generale. Secondo l’indagine Rsm-Makno “Investire in cultura” realizzata per Impresa Cultura Italia ‒ Confcommercio, oltre il 70% degli imprenditori valuta positivamente il sostegno a progetti ed eventi culturali: il 51% lo considera strategico nel lungo periodo e dunque lo integra nelle proprie strategie di marketing, il 23% è al lavoro per raggiungere il medesimo obiettivo. Il 36% delle imprese, inoltre, aveva ripreso gli investimenti in cultura negli ultimi tre anni, dopo il forte rallentamento che aveva caratterizzato la prima metà del decennio a causa della crisi. Il tutto con un impatto economico complessivo nel biennio 2018/19 pari a 270 milioni di euro e un impatto sociale quantificato in 2.484 occupati in più.
Secondo il portale Economiaveneto.it, nel 2020 la Regione Veneto evidenzia un rilevante calo delle presenze: -54,4% rispetto al 2019 che equivale ad una perdita di 38,8 milioni di presenze. Emerge un calo più contenuto delle presenze turistiche italiane (-25,3%) rispetto a quelle straniere (circa -68,3%). Per le Terme (-66,1% presenze e -59,1% arrivi) e le Città d’arte (-65,3% presenze e -72,1% arrivi). Dalla classe dirigente regionale ci si aspetta progettualità e visione a lungo termine. Lo richiedono la nostra identità, la nostra economia, i cittadini del mondo. Nel 2022 c’è il bicentenario dalla morte di Antonio Canova: sarà una opportunità per tutta la regione, dove il territorio di Bassano del Grappa sarà capofila.

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