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Il suo nome è sinonimo di Radio. Con Marco Lolli potremmo parlare per ore della carriera pluridecennale che lo ha visto dar voce ai più grandi della scena italiana e non solo. Il suo palinsesto “LolliRadio” rappresenta ad oggi l’esperimento di radio web indipendente numero uno in Italia, capace di resistere da solo allo strapotere delle piattaforme. Potremmo perderci nel suo archivio fatto di introvabili documenti, brani, jingle: vero e proprio patrimonio nazionale da cui tanto si avrà la necessità di attingere… ma chi lo conosce sa che non ama limitarsi ad adorare ciò che è stato: il suo continuo sforzo è quello di proteggere e trasmettere solido nel futuro l’arte di cui continua ad essere grande interprete.
“Il meglio di Viva Rai2” rappresenta solo l’ultima nota dello storico sodalizio con Fiorello, è da qui che vogliamo partire per scoprire come vorrebbe riportare i giovani ad essere i protagonisti della Radio:
Marco, il tuo compito è donare alla radio il ricco “Mattin Show” di Fiorello, come sta andando l’impresa?
Bene! Nonostante sembri una cosa “piccola”, due puntate di mezz’ora il Sabato e la Domenica, ciò che rende impegnativo il lavoro è proprio il dover racchiudere in così poco tempo la vastità di un programma così articolato. Il riscontro positivo degli ascolti e della critica però ci provano che un show così bello, anche adattato per la Radio, non fa rimpiangere di non essere davanti la TV.
Sarà dura scegliere le parti da “sacrificare”…
Per questo è fondamentale l’aiuto di “Pigi” Montebelli, che , essendo uno degli autori del programma, mi indica cosa fare e non fare. Poi io avverto le parti che sono già “radiofoniche” e quelle che possiamo trasformare… generalmente escludiamo quelle che sono impossibili da immaginare non visivamente… ma non le buttiamo! Ci sono tante occasioni per recuperarle nei “Best of” festivi. L’ultimo tocco, chiaramente, spetta a Rosario che approva con la sua visione d’insieme perfetta.
Questa è solo l’ultima delle tue collaborazioni con Fiorello, raccontaci un po’ come si è sviluppato questo storico sodalizio artistico
Dal 2001, con qualche interruzione, ho seguito tutto il suo percorso, curando la regia dei programmi sui canali Rai Radio e non solo. Dalle indimenticabili sette edizioni di “Viva Radio 2!”, dal 2001 al 2008: un programma da un milione e mezzo di spettatori in un’epoca ancora senza social che fermava l’Italia ad ascoltarlo. Poi, finita la parentesi in Sky, con “Buon Varietà” su Radio1: sei spettacoli bellissimi dal Teatro Sistina immaginati appositamente per la radio. “Edicola Fiore”, che potremmo definire l’ “antenato” di Viva Rai 2 e l’esperienza sul web con “Il Socialista”… ma anche altre occasioni in cui ho curato la regia delle trasposizioni televisive in radio, come “Stasera Pago Io”.
Nei programmi non ami mostrarti in prima persona…
Per niente.
Ma i più attenti spettatori ricorderanno proprio con Fiorello una tua apparizione…
La famosa infermiera! Che sbucava alla fine di una delle memorabili imitazioni di Viva Radio2, in cui Rosario inscenava un Berlusconi che, persa la memoria e diventato comunista, chiamava una infermiera a soccorrerlo, che arrivava strillando a squarciagola. Il mio compito era urlare, Rosario si divertiva moltissimo, e ancora oggi quando mi incontra spesso chiede: “Lolli, l’infermiera!”
La tua attività non si ferma però con Fiorello. I tuoi canali rappresentano una vera e propria riscoperta del patrimonio musicale italiano senza tempo, ma si dice sempre che la radio sia lontana dai giovani… sei d’accordo?
Più che giovani lontani dalla radio, penso che a volte siano le radio a non dare spazio ai giovani. Per me, che ho iniziato a 13 anni, è stato naturale, quando ho potuto, puntare su di loro. Spesso i grandi editori non rischiano credendo basti trasmettere la musica che associamo al loro tempo, mentre, come vedo con RTR 99, amano anche riscoprire i brani delle epoche che non hanno vissuto. Dovremmo essere noi “vecchi” a dare la possibilità ai giovani più meritevoli, quelli in cui puoi avvertire il “fuoco sacro” della passione, di uscire, di esprimersi, di dargli dei programmi di punta e cimentarsi con il mezzo in modo forte, come già fanno nelle università, perché hanno sicuramente un punto di vista sul presente più valido del nostro. Quello che per esempio ha sempre fatto Rosario, ancora di più in Viva Rai2.
Potremmo parlare quindi di un vero e proprio “metodo Fiorello” per una radio a misura di giovane?
Magari! Il suo è il metodo perfetto. Lui è¨ transgenerazionale, dà spazio a tutti. Però se deve mettere in luce qualcuno, è sicuramente un giovane. Non è un caso che nel glass, a parte Ruggiero, lui, Biggio e Casciari. ci sono quasi solo ragazzi under venti, o poco più. Una scelta perfetta.