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I dati dell’Eurostat dicono che purtroppo ad oggi la classifica delle Regioni a rischio povertà in Europa vede la Sicilia e la Campania rispettivamente al primo e secondo posto, mentre la Calabria, la Puglia, la Basilicata e il Molise occupano rispettivamente il dodicesimo, il tredicesimo, il diciottesimo e il diciannovesimo posto. In poche parole, aggregando le Regioni meridionali, il Mezzogiorno risulta essere l’area più povera dell’Unione Europea. In particolare, dal 2002 al 2017 oltre 2 milioni di cittadini hanno abbandonato il Mezzogiorno, più della metà giovani e di cui il 33% laureati. Peggio di queste regioni c’è solo il Mayotte, un territorio francese in terra africana, vicino al Madagascar. Numeri e cifre che hanno portato alla creazione dell’Intergruppo parlamentare “Sviluppo Sud, aree fragili e isole minori”, proprio nell’anniversario dei 70 anni dalla nascita di Massimo Troisi. Deputati, senatori, sindaci, imprenditori, stakeholder, indipendentemente dal colore politico tutti uniti dalla convinzione che occorra guardare al Sud, alle aree fragili e alle isole minori come una risorsa da valorizzare. Ne abbiamo parlato con Vincenzo Di Fiore, presidenza Intergruppo Parlamentare Sud, Aree Fragili e Isole Minori.
Quali sono le finalità che l’Intergruppo intende perseguire?
“Promuovere qualsiasi provvedimento legislativo, di iniziativa parlamentare, che possa favorire la riduzione del gap Nord-Sud, lo sviluppo delle aree fragili e delle isole minori d’Italia. Sostenere qualsiasi provvedimento legislativo volto a ridurre le diseconomie presenti sulle isole minori, garantendo uguali diritti rispetto ai cittadini della terraferma”.
Siete nati nel momento giusto, cioè quando bisogna mettere a terra i fondi del Pnrr?
“Sì, difatti vogliamo facilitare un coordinamento volto ad ottimizzare gli strumenti messi a disposizione dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. A questo proposito, stiamo ultimando un piano per il riscatto del Mezzogiorno, che focalizzi l’attenzione sugli aspetti di primaria importanza: sanità, demografia, collegamenti, imprenditoria, istruzione, infrastrutture”.
Ma è anche un discorso culturale?
“Assolutamente. Tant’è vero che è nelle nostre intenzioni promuovere la ricerca e lo studio della storia e della cultura del Mezzogiorno, delle sue origini e del suo sviluppo. E intendiamo tutelare, mediante qualsivoglia atto parlamentare, l’onorabilità del Mezzogiorno da qualsiasi fattispecie che possa ledere la reputazione del suo popolo, promuovendo il monitoraggio contro ogni episodio di razzismo”.
L’Intergruppo però anche solo dal nome può sembrare il solito progetto chiuso nei Palazzi’…
“Non è così. Forniremo ai cittadini una casella mail dedicata dove inviare le segnalazioni attinenti all’oggetto dell’Intergruppo. Per le imprese interessate c’è la mia, [email protected]. Metteremo a disposizione della collettività gli studi e le analisi del nostro lavoro. Lavoreremo per la formazione di una Commissione d’inchiesta che possa far luce sull’iniqua dotazione di infrastrutture e investimenti pubblici all’interno del Paese, dalla costituzione dello Stato italiano alla legislatura in corso”.
Per una volta non c’è distinzione tra maggioranza e opposizione…
“Le faccio un esempio concreto, cioè il contributo di 2 milioni di euro per la problematica della brucellosi sulle bufale del casertano. Questo traguardo si è raggiunto grazie al confronto e alla collaborazione fra l’on. Alessandro Caramiello del Movimento 5 stelle e Marco Cerreto di Fratelli d’Italia. Un esempio perfettamente bipartisan”.