Violenza sulle donne, c’è il ddl. Avanti così

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Foto di Luca da Pixabay

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Si chiama Cricchi, è un grosso micio dagli occhi azzurri e la coda grigia e da quando la sua padrona Giulia Tramontano non c’è più si aggira spaesato intorno a quella che era la sua casa, l’appartamento al primo piano a Senago dove la giovane donna al settimo mese di gravidanza è stata uccisa dal suo compagno

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Noi di CulturaIdentità e UNAVI – Unione Nazionale Vittime da sempre ci siamo schierati a fianco delle vittime di violenza di genere e in genere, attenzionando l’opinione pubblica non solo sulla necessità di una maggiore vicinanza ai parenti di chi non c’è più e a chi avendo subito violenza deve convivere ogni giorno con un incubo, ma anche per sostenere la giusta causa di una chiara determinazione del colpevole, spesso assurto dalla potenza mediatica allo strano ruolo di protagonista delle tragedie.

E’ per questa ragione che salutiamo con viva approvazione il via libera del Consiglio dei Ministri al disegno di legge sulla violenza contro le donne, una serie di misure con richiesta al Parlamento della procedura d’urgenza il cui filo conduttore, come ha spiegato il Ministro alla Famiglia e alle Pari Opportunità Eugenia Roccella, è la prevenzione: interrompere il ciclo della violenza e agire tempestivamente.

Misure cautelari, sveltimento dell’iter giudiziario, formazione e informazione, questi in sintesi i pilastri su cui si fonda il ddl approvato ieri.

Rafforzamento delle misure cautelari e accorciamento dei tempi, innanzitutto: misure di deterrenza come il distanziamento fissato a 500 metri non solo dall’abitazione della vittima ma anche dai luoghi che abitualmente frequenta e l’arresto in flagranza differita con la produzione di video e foto sembrano essere la giusta direzione da seguire in connessione con la riduzione dei tempi in tutte le fasi dei procedimenti giudiziari, con la fissazione di 30 giorni per il pubblico ministero affinché decida le misure cautelari e sempre 30 giorni per la loro esecuzione da parte del giudice.

Altro punto dirimente del ddl approvato in Consiglio dei Ministri è la formazione e specializzazione del pm, con l’obiettivo di affidare sempre agli stessi magistrati questo tipo di processi in modo che sviluppino le competenze con una formazione sul campo.

E infine l’informazione ai parenti delle vittime: quante volte è successo che i loro familiari venissero a sapere dopo un tempo indeterminato che il carnefice del loro caro era libero? D’ora in poi questo non accadrà più. Le vittime saranno costantemente informate, sapranno quando l’aggressore tornerà in libertà o verranno messe a conoscenza della sua presenza nelle vicinanze.

Come ha affermato il Ministro Roccella, l’obiettivo del Governo è un obiettivo culturale, o meglio una svolta culturale, perché “Tutto questo non basta – ha affermato il Ministro – se non viene accompagnato da un cambiamento culturale e se non c’è una presa di coscienza delle nuove generazioni”: ecco perché, in occasione della prossima giornata contro la violenza delle donne, testimonieranno la loro esperienza direttamente nelle scuole. L’obiettivo è una consapevolezza crescente da alimentare anche con i mezzi culturali, come ad esempio l’arte.

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1 commento

  1. tutto giusto, tutto vero,fate le leggi per salvare le donne. …ma anche le donne devono metterci la volonta di essere salvate. evitando di fare cornuti i loro uomini !!!!!

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